“Il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani esulta all’approvazione
del decreto cittadinanza che la maggioranza ha approvato in via definitiva alla Camera
dei deputati. Dice che da oggi la cittadinanza rifletterà un legame reale con il Paese,
non solo un’eredità formale. E che si tratta di un riconoscimento per chi vuole
contribuire alla vita italiana. Ma come si rafforza il legame tra l’Italia e gli
italiani all’estero se questi vengono puniti per il semplice fatto che sono emigrati e
hanno acquisito la cittadinanza di un paese estero per poter esercitare i proprio
diritti sociali e politici?”. Se lo chiede il Senatore del Pd Francesco Giacobbe,
eletto nella ripartizione estero Africa-Asia-Oceania-Antartide. “Questo è quanto vorrei
sapere dal ministro perché fino ad oggi le nostre comunità nel mondo hanno mantenuto
ben saldo il legame fra loro e l’Italia. Grazie al suo decreto e ai peggioramenti che
la maggioranza ha apportato in Senato, ora le nostre comunità non esisteranno più,
perché spezzando la catena di trasmissione, di fatto, non ci saranno più comunità
italiane al di fuori dell’Italia. Senza considerare – continua Giacobbe in una nota –
che con questo decreto cambia fondamentalmente il concetto di acquisizione cittadinanza
prevedendo che si possa acquisire su domanda e rispondendo a requisiti più che altro
burocratici. Quindi la cittadinanza passa dall’essere un diritto a divenire una
concessione”.
Sul riacquisto facilitato per chi ha perso la cittadinanza prima del
1992, il Senatore Giacobbe spiega: “Siamo d’accordo che sia un passo avanti
importante ed è stata una nostra battaglia che, almeno in parte, abbiamo vinto. Ma
questo diritto, perché di diritto si tratta e non di una concessione, è solo per i
nati in Italia e previo pagamento di tassa da 250 euro. Esclude quindi mogli e figli
nati all’estero che per effetto della naturalizzazione del marito/padre hanno perso
la cittadinanza italiana senza aver diritto di scelta”. Il Ministro, poi, parla di
regole più chiare che aiutano a ridurre le richieste e migliorare i servizi per chi
ha un legame vero con l’Italia. “Che migliorino i servizi lo auspichiamo tutti,
ironizza Giacobbe spiegando che: “Mi sono battuto anche nella scorsa finanziaria,
coma ha fatto tutto il Pd anche alla Camera, per ottenere più fondi per rafforzare i
consolati e digitalizzare i servizi. La maggioranza avrebbe potuto sposare questa
strada invece di togliere diritti per risparmiare soldi e tempo. Quanto alla
chiarezza della nuova legge, anche qui ci sarebbe da discutere, anche perché
evidenzia profili non costituzionali che, con ogni probabilità, contribuiranno a
inondare i tribunali di ricorsi”. Infine, il rappresentante del Pd sottolinea che
“Il ministro Tajani, manca di citare alcuni fra gli effetti più intollerabili di
questa legge sulla cittadinanza, e cioè, che ha un valore retroattivo. Toglie diritti
acquisiti per nascita a tantissimi nostri concittadini che hanno la sola colpa di
avere una doppia cittadinanza. Ai minorenni nati prima dell’entrata in vigore del
decreto, a cui viene anche “rubata” la cittadinanza è data la possibilità di averla
“concessa” entro un anno. Speriamo gli enti preposti ad applicare questa norma
abbiano le risorse per farlo. In ogni caso va sottolineato che chi riacquista la
cittadinanza non potrà trasmetterla ai discendenti. Altro che legame rafforzato. Io
parlerei di legame definitivamente spezzato”.