‘A maggio il nostro Paese sarà chiamato a dimostrare di aver adottato misure idonee per porre termine al sovraffollamento e alle condizioni disumane di detenzione nelle nostre carceri e l’approvazione del decreto dimostra di aver intrapreso un percorso positivo nell’innovare il sistema dell’esecuzione penale utile ad evitare il numero degli ingressi in carcere e per diminuire il numero complessivo dei detenuti’. Lo ha affermato la sen. Nadia Ginetti intervenendo in aula in dichiarazione di voto per il Pd.
‘Manca ancora un intervento – ha aggiunto – che riporti il trattamento penitenziario con le attività di formazione e di lavoro, all’interno come all’esterno dei carceri e i regimi di detenzione socializzanti, al centro del sistema di rieducazione della pena. Se il 40% dei detenuti è recluso per la misura di custodia cautelare in attesa di giudizio definitivo e il 38% è detenuto per scontare una pena per violazione della Fini-Giovanardi è evidente che c’è più di qualcosa che non va’.
‘Prioritario pertanto – ha sottolineato – è la realizzazione di circuiti differenziati regionali per tipologia di trattamento e di detenuti. E allora bisogna altresì accelerare e non rinviare l’operatività del fondo che sostiene le assunzioni dei detenuti con sgravi fiscali, che giace fermo da troppo tempo’.
‘Pur avendo intrapreso la strada giusta – ha concluso Ginetti – sembra ancora che non sia soltanto il sistema penitenziario ad essere in emergenza per sovraffollamento, ma in emergenza è la difficoltà a programmare prima, e attuare poi, in modo coerente e lineare un Piano di adeguamento e civilizzazione del pianeta carceri. Con questo decreto si interviene in modo incisivo, ma occorre essere consapevoli che è necessario proseguire in questa direzione con ulteriori misure mirate’.
‘Manca ancora un intervento – ha aggiunto – che riporti il trattamento penitenziario con le attività di formazione e di lavoro, all’interno come all’esterno dei carceri e i regimi di detenzione socializzanti, al centro del sistema di rieducazione della pena. Se il 40% dei detenuti è recluso per la misura di custodia cautelare in attesa di giudizio definitivo e il 38% è detenuto per scontare una pena per violazione della Fini-Giovanardi è evidente che c’è più di qualcosa che non va’.
‘Prioritario pertanto – ha sottolineato – è la realizzazione di circuiti differenziati regionali per tipologia di trattamento e di detenuti. E allora bisogna altresì accelerare e non rinviare l’operatività del fondo che sostiene le assunzioni dei detenuti con sgravi fiscali, che giace fermo da troppo tempo’.
‘Pur avendo intrapreso la strada giusta – ha concluso Ginetti – sembra ancora che non sia soltanto il sistema penitenziario ad essere in emergenza per sovraffollamento, ma in emergenza è la difficoltà a programmare prima, e attuare poi, in modo coerente e lineare un Piano di adeguamento e civilizzazione del pianeta carceri. Con questo decreto si interviene in modo incisivo, ma occorre essere consapevoli che è necessario proseguire in questa direzione con ulteriori misure mirate’.