“Quella di Sana Cheema, ragazza italo-pakistana uccisa in Pakistan dal padre e dal fratello perché rifiutava un matrimonio forzato, è una tragedia intollerabile. La piaga dei matrimoni combinati e forzati è dilagante anche nel nostro Paese e molto spesso riguarda, nelle famiglie immigrate, le figlie minorenni. Per reprimere e prevenire questo fenomeno ho ripresentato un disegno di legge ad hoc, sottoscritto da molti senatori del Pd”. Lo dice la senatrice del Pd Nadia Ginetti.
“Il nostro disegno di legge – continua Ginetti – riprende quello presentato nella passata legislatura da Pina Maturani (Pd), di cui io ero stata relatrice in Commissione Giustizia e che non aveva terminato l’iter. Deriva da una mozione presentata nel 2016 ed approvata sempre in Senato, a prima firma di Valeria Fedeli (Pd), che sollecitava il Parlamento a dare attuazione ad una risoluzione di condanna del Consiglio dei diritti umani e delle Nazioni Unite, intitolata ‘Child, early and forced marriage’. Si tratta di reprimere e prevenire i matrimoni forzati e precoci, che riguardano le figlie spesso minori, emigrate di seconda generazione, che non vogliono adattarsi alle tradizioni famigliari, con conseguenze spesso estreme, come nel caso di Sana. Per questo prevediamo l’introduzione nel codice penale del reato matrimonio forzato, anche all’estero, con l’aggravante di pena se a compierlo sono i famigliari diretti. Non solo, si prevede l’istituzione di un Osservatorio permanente di prevenzione, per l’assistenza e il recupero sociale delle vittime e la formazione adeguata per tutti gli operatori, che devono essere messi nelle condizioni di riconoscere immediatamente i casi di matrimonio forzato”.