“Comprendiamo le preoccupazioni delle categorie coinvolte dalle misure restrittive del dpcm. Ed è vero che, come dice l’opposizione, bisogna parlare con le persone e le categorie sociali, per stare loro vicini. Ma dipende ed è importante cosa si dice a queste persone. Chi rappresenta la politica e le istituzioni non può soffiare sul fuoco, scendere in piazza addirittura contro una ordinanza di un presidente di regione del suo partito o organizzare cene alle 5 di mattina, in spregio alle norme di distanziamento, come è avvenuto. Questo non è senso istituzionale. L’opposizione ha diritto di criticare il governo, non di fomentare divisioni e tensione, ma chi rappresenta le istituzioni deve dare l’esempio. Non si può mettere in discussione il principio di legalità. Le violenze non possono trovare nessuna sponda istituzionale. E che differenza tra le parole di Berlusconi di oggi e le parole usate ieri da Salvini in aula. Ma il virus si vince con responsabilità e insieme. Chi vive il disagio di questa situazione va ascoltato e aiutato. Chi usa la violenza per protestare va isolato. Chi ha responsabilità politica e istituzionale forse deve cambiare atteggiamento, a partire da maggioranza e governo. Ma l’opposizione decida se vuole essere opposizione repubblicana o vuole essere quella estremista e della propaganda. Oggi abbiamo tutto la responsabilità di essere classe dirigente e non solo quella di essere rappresentante di una parte. Certo, troviamo il modo di condividere scelte e di confrontarci. Troviamo le forme, una cabina di regia, i capigruppo che fanno raccordo tra governo e Parlamento. Lasciamo da parte i regolamenti di conti e combattiamo insieme l’emergenza. Anche sul territorio. Inventiamo nuove forme di organizzazione della governance territoriale in cui magari insieme al comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica siano presenti anche il dirigente dell’Asl, il direttore dell’ufficio scolastico provinciale, il direttore delle agenzie di mobilità e pure i sindacati”. Così il senatore Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri a Palazzo Madama e coordinatore nazionale di Base Riformista nel suo intervento dopo l’informatica della ministra Lamorgese.


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