«Voglio mettere in chiaro subito due aspetti: chi sbaglia violando il contratto sottoscritto con lo Stato, paga con l`estromissione dal programma di protezione senza alcun incentivo economico. Ma si tratta di casi rari e io credo sia una fortuna, perché i collaboratori di giustizia restano figure chiave nelle inchieste giudiziarie contro la criminalità organizzata». Filippo Bubbico (Pd) è viceministro dell`Interno e presidente della commissione centrale che gestisce la protezione di collaboratori e testimoni di giustizia.
Che cosa si può nascondere dietro casi come quelli registrati a Genova, ancorché le conseguenze peri due pentiti saranno con ogni probabilità differenti?
«Non dimentichiamo che si tratta di persone con un percorso di vita in cui i principi di legalità erano del tutto inesistenti. E quindi mettiamo in conto che ci possano ricadere, di tanto in tanto…».
C`entra il drastico ridimensionamento del tenore di vita?
«A mio parere non così tanto. È vero che l`inserimento in un programma di protezione sradica dal contesto nel quale si è sempre vissuti, ma questo è semmai un problema per i familiari più giovani. E poi non dimentichiamo che spesso, purtrovandoci davanti a figure che sanno molto dell`organizzazione di cui facevano parte, non siamo in presenza di boss che conducevano esistenze milionarie, anzi: per molti entrare sotto la tutela del Viminale significa ripulire la propria esistenza, avere una linearità familiare inimmaginabile per esempio nella camorra».
Quando i pentiti escono dal sistema di protezione, cosa succede?
«I percorsi sono differenti a seconda del comportamento. Il programma normalmente si articola per cinque anni, rinnovabili: se cessano le cosiddette esigenze di giustizia, ovvero se le testimonianze del collaboratore si sono esaurite o finiscono i processi in cui l`apporto è fondamentale, vengono liquidate le mensilità rimanenti e si cerca di reinserirli nel tessuto sociale ed economico, anche con incentivi. Laddove però il patto con lo Stato salti perché hanno commesso reati, escono dalla tutela senza altre facilitazioni».