‘Vediamo che cosa farà la magistratura. Hanno scelto le misure più lievi, peccato che non vada tutti i giorni in comunità…’
Berlusconi definisce la sua condanna un «golpe»? «Deve alzare i toni per recuperare sui sondaggi. Rispettare le restrizioni che gli ha imposto il Tribunale di Sorveglianza non gli conviene. Bisogna vedere cosa farà la magistratura». Felice Casson senatore del Partito democratico, ex magistrato, non discute la correttezza della scelta fatta dai giudici di Sorveglianza, quanto l`opportunità di imporre misure così tenui.
 Berlusconi sta alzando i toni della campagna elettorale, attacca i giudici che l`hanno condannato e dice che la sua sentenza è stata un «golpe». Ma sono cose che non può dire…
 «La sua è una ferrea strategia, quella di alzare i toni. Lui e i suoi non riescono a invertire il trend negativo dei sondaggi su Forza Italia, quindi ha bisogno di uno scatto. Solo la reazione forte e violenta anche alle decisioni della magistratura può eccitare gli animi».
Secondo lei l`ex premier lo fa apposta per tirare la corda e spingere i giudici a togliergli l`affidamento ai servizi sociali così fare la vittima dai domiciliari?
«Questa è la sua impostazione di origine. Del resto rispettare le restrizioni imposte dal Tribunale di Sorveglianza non gli giova ai fini della campagna elettorale. Si vede che lui e i cervelli pensanti attorno a lui hanno calcolato che sia meglio correre questo rischio, dare uno scatto per vivacizzare, piuttosto che fare una campagna elettorale piatta e contenuta, quindi perdente».
Ma se attacca i magistrati che hanno emesso la sua sentenza, quanto rischia?
«Mah, ci sono tanti condannati che contestano le loro sentenze, anche in modo più violento. Il fatto è che Berlusconi ha molti più mezzi di comunicazione. Un condannato normale parla male dei suoi giudici e se lo tiene per sé, non interessa a nessuno. Uno come lui, che dice pubblicamente queste cose, naturalmente fa molto clamore».
Ma può fare campagna elettorale così apertamente?
«I giudici sono rimasti certamente nei limiti della normativa, che concede al Tribunale di Sorveglianza una discrezionalità amplissima. Passare da una condanna a quattro anni per fatti così gravi al vedere che deve scontare ai servizi sociali solo quattr`ore alla settimana… be`, è troppo poco».
 Un trattamento di favore per il condannato Berlusconi Silvio, insomma?
 «Sicuramente a una persona normale non sarebbe stata data una pena così lieve. È tutto legittimo, la normativa prevede una misura minima e una massima, in questo caso il Tribunale si è tenuto sul livello minimo».
Pensa che ci sia stato un accordo politico?
«No, no. Sono sicuro che i giudici abbiano agito in piena autonomia, non discuto questo. Semplicemente io dico che non sono d`accordo con questa scelta, la penso diversamente».
Berlusconi attacca pure le istituzioni, Napolitano, la Consulta… Anche queste provocazioni lo mettono a rischio di finire agli arresti domiciliari?
 «Fa parte del suo gioco. Se deve alzare i toni per la campagna elettorale, secondo lui deve attaccare il presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale, dire che i magistrati sono di sinistra eccetera. Ora la domanda è: cosa farà la magistratura? Sarebbe interessante saperlo».
Insomma, l`ex Cavaliere gioca al gatto col topo con i magistrati?
«Bisogna vedere chi è il gatto e chi è il topo…».
Lei cosa si aspetta da questa vicenda?
«Non credo che possa esserci un rinsavimento del personaggio, sono troppi anni che è così». Da magistrato lei, se avesse fatto parte del Tribunale di Sorveglianza, l`avrebbe mandato agli arresti domiciliari? «Ma no, non è questo. Dico solo che la misura scelta è troppo benevola. Mandare Berlusconi tutti i giorni a lavorare in una comunità di recupero, in un`associazione no profit, e ce ne sono tante, avrebbe avuto un senso, magari avrebbe fatto del bene a delle persone».
L`ex premier può fare campagna elettorale, ma non è possibile che sia posto un limite alla sua presenza mediatica? È in tv mattina e sera, soprattutto sulle sue televisioni, e da lì accusa i giudici… È normale?
«Il limite non può esserci perché se si considera l`attività politica come un lavoro, il suo lavoro è quello e lo può svolgere. Per questo dico che se fosse stato impegnato tutti i giorni in qualche struttura a svolgere i servizi sociali almeno si sarebbe dovuto dare un senso a questo residuo di pena».