La scelta di Berlusconi lo mette contro la legge e la Costituzione: il Pd non può accettare questa forzatura istituzionale
«Se Berlusconi si candidasse, si metterebbe contro la legge e la Costituzione, il Pd non può accettare una dichiarazione di guerra di questo tipo». Felice Casson, senatore democratico, ex magistrato, non usa mezzi termini.
Casson, questo significa che il processo delle riforme istituzionali si fermerebbe?
 «Sono convinto che Berlusconi non vorrà fare una cosa così grave. Qualcuno può anche spingerlo in questo senso. Ma le conseguenze sul piano politico-istituzionale sarebbero gravissime. Vuol dire scegliere di arrivare allo scontro totale».
Nel senso che è urticante per il Pd ritrovarsi interlocutore per le riforme un Berlusconi che sceglie un nuovo schiaffo alle leggi?
 «Dire urticante è poco. Questa di mettersi in lista dopo una condanna per frode fiscale è un`idea pericolosa, è una provo cazione, fuori da ogni logica giuridica e istituzionale. Se gli fosse stata suggerita da qualche avvocato, gli consiglio di risparmiare i soldi dei legali e acquistare un difensore centrale per il Milan».
C`è una possibilità reale di candidatura all`europarlamento per il leader di Forza Italia?
 «Non esiste la possibilità giuridica che possa passare una sua candidatura, è fuori della realtà. Nessun tribunale di fronte a norme così chiare come la legge Severino, e non solo, potrebbe ignorarle».
Otterrebbe Berlusconi l`effetto di invalidare le sue stesse liste?
«No, ma dovrebbe intervenire l`autorità giudiziaria a escludere la sua candidatura. Il problema è volere creare deliberatamente uno sconquasso istituzionale».
Che avrebbe appunto una ricaduta nel percorso delle riforme?
«Le conseguenze sul piano politico-istituzionale sarebbero davvero pesanti. Mi auguro si fermi prima di fare una cosa così grave».
Sarebbe scontro anche con il Pd?
 «Certo, ripeto, sarebbe una dichiarazione di guerra. Non credo che alla fine arriverà a una scelta così insana».
Potrebbe candidarsi in un altro paese?
 «L`unico paese che lo consente potrebbe essere la Bulgaria. Ma questo creerebbe un conflitto a livello istituzionale e giuridico europeo mai visto prima. La stessa Ue non potrebbe accettare una violazione delle proprie norme».