Evidentemente Matteo dispone di valutazioni precise a sostegno della difesa accordata a Descalzi
«Sarei stato forse più prudente nell`accalorata difesa in cui il presidente del Consiglio si è lanciato a favore dell`amministratore delegato dell`Eni, raggiunto da un avviso di garanzia».
Non l`ha convinta, senatore Casson?
 «Si vede che Renzi dispone di valutazioni precise a sostegno della totale copertura accordata a Descalzi. Speriamo che abbia ragione lui, che il caso si sgonfi in una bolla di sapone. Anche se la vicenda è delicata, complessa, coinvolge altre persone, e altri Stati».
Ma per Renzi un avviso di garanzia non può mettere in crisi una grande azienda, con migliaia di posti di lavoro.
«Si confondono i due piani della questione: l`aspetto politico-sociale e quello giuridico. Sul piano delle norme, il presidente del Consiglio offre delle affermazioni scontate, sfonda una porta aperta: c`è la presunzione di innocenza, fino a condanna definitiva, come previsto dall`articolo 27 della nostra Costituzione. Quindi, è evidente che allo stato Descalzi sia innocente. E ci mancherebbe altro».
Però l`avviso di garanzia spesso è diventato un avviso ‘di colpa’, e usato poi per regolare conti interni.
«Se saltuariamente è avvenuto, non è dipeso certo dai magistrati. O dal Partito democratico».
E` sotto l`aspetto politico allora che non la persuade troppo la difesa di Renzi del capo dell`Eni?
«Spetta alla sensibilità del singolo, raggiunto da un qualche provvedimento giudiziario, decidere come comportarsi. Tante volte indagati o condannati sono rimasti al loro posto comunque. In altri casi, vedi la vicenda del presidente della regione Emilia Romagna, Vasco Errani condannato in appello ha deciso di dimettersi, nonostante in tanti gli avessero chiesto di restare».
Quindi?
«È soltanto il singolo a dover decidere, per la semplice ragione che solo lui sa come sono davvero andate le cose, a conoscere davvero se porta su di sé il peso di responsabilità».
Insomma, il governo farebbe bene a non mettersi in mezzo e fare scudo. Ma col pericolo di mettere a repentaglio una grande azienda, come la mettiamo?
«Non sarebbe certo la prima volta. Nel nostro paese ci siamo trovati spesso di fronte a questo dilemma. Penso all`Ilva di Taranto, all`Eternit, alle fabbriche di Porto Marghera, i dirigenti colpiti da provvedimenti giudiziari e le aziende a rischio per il vuoto ai vertici. Ma ci sono leggi da far rispettare».
L`Anm respinge al mittente: l`avviso di garanzia è un atto dovuto.
«Ha pienamente ragione. Se si profila un reato, i magistrati non possono che perseguirlo, pena l`accusa di omissione. Se le leggi ci sono, i giudici hanno il dovere di applicarle. Fino a quando il Parlamento non decida diversamente, e stabilisca con altri leggi che non si tratta più di reati. Come è successo col falso in bilancio».
Avviso di garanzia ‘citofanato’ ai giornali, accusa Renzi.
«Non so, avrà delle sue informazioni. Ma, ripeto, il caso è delicato, si parla di corruzione e si chiamano in causa anche paesi stranieri. E contro la corruzione, non dimentichiamolo, tanto la Banca mondiale che l`Onu hanno lanciato una campagna internazionale».