“Con il “decreto Giustizia” sono state date risposte importanti a tre domande che provengono dalle cittadine e dai cittadini. Una domanda di più forte garanzia dei diritti, e soprattutto del diritto alla riservatezza, una domanda di partecipazione politica e una domanda di sostegno”. Lo ha detto in aula la senatrice Monica CIRINNÀ, responsabile Diritti del PD, intervenendo in dichiarazione di voto per il Gruppo dem. “In materia garanzia processuale – ha aggiunto – tra il diritto alla riservatezza e le esigenze legate alle indagini e all’esercizio dell’azione penale viene trovato un punto di equilibrio alto, pienamente rispettoso delle garanzie costituzionali, con il coinvolgimento del giudice. Un miglioramento importante che, come detto, va nella direzione di una più intensa garanzia dei diritti delle persone sottoposte alle indagini e al processo penale”. “E’ stata poi data una risposta – ha proseguito – alla richiesta di partecipazione politica con la proroga dei termini in materia di referendum, anche a seguito di quanto avvenuto per quelli sul fine vita e sulla cannabis che hanno visto un gran numero di firme online attraverso lo Spid. Dal Paese si alza una domanda forte di libertà, di autodeterminazione, di liberazione da ogni oscurantismo, di eguaglianza, di diritti. Cosa vogliamo farne? Vogliamo ignorarla?”. “Il Parlamento – ha sottolineato – farebbe ancora meglio ad avere uno scatto d’orgoglio, e dare all’Italia le leggi di libertà che merita. Una legge che tuteli pienamente la dignità alla fine della vita, perché si possa morire senza rinunciare a sé stessi. E una legge che legalizzi e regoli la coltivazione e l’uso della cannabis, unico vero modo per combattere il narcotraffico e le sacche di illegalità e delinquenza, il bancomat delle mafie”. “Garanzie, partecipazione, diritti e giustizia sociale sono parole chiave per il rilancio del Paese e questo decreto-legge lo dimostra”, ha concluso CIRINNÀ.


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