E’ molto difficile per me raccontarvi la straordinaria avventura che mi è capitato di vivere in questi due anni di lavoro sul testo di questa legge, è difficile perché più che di questioni di diritto e di giurisprudenza, nazionale ed internazionale, vorrei tentare di comunicarvi le emozioni che ho provato girando
l`Italia da Aosta a Barletta incontrando centinaia di persone militanti di tutti i partiti, attivisti delle associazioni Lgbti e semplici cittadini interessati a cambiare questo Paese rendendolo semplicemente più giusto e più solidale.
Ciò che appare ormai chiaro agli italiani è che il contrario della parola discriminazione è uguaglianza. Ma
attenzione: questa non è ideologia ma semplicemente giustizia!
Un altro motivo di difficoltà che ho affrontato in questo duro lavoro è quello di percorrere la strada della creazione di un nuovo istituto giuridico, appunto le unioni civili tra persone dello stesso sesso, pur essendo personalmente favorevole all`estensione del matrimonio egualitario.
Abbiamo scelto la via delle unioni civili per rispondere a criteri di prudenza, nella convinzione che alla piena eguaglianza si possa arrivare passo dopo passo. Allo stesso tempo, questa è una scelta che non pregiudica né misconosce la richiesta di riconoscimento che proviene dalle coppie omosessuali ed assicura un adeguato livello di tutela a loro e soprattutto ai loro figli.
Girando l`Italia ho trovato un Paese che già riconosce, e quindi è pronto ad accogliere ed includere nel nostro diritto, le tante forme diverse di famiglia che ormai compongono la nostra società. C`è sicuramente una distinzione di approccio dovuta alle generazioni: i nostri giovani sono per la maggior parte favorevoli all`estensione del matrimonio ugualitario, mentre i cittadini di età più adulta ancora fanno dei distinguo mantenendo l`orientamento sessuale come elemento distintivo rispetto a quella che ancora alcuni ritengono sia la famiglia naturale. Troppa disinformazione e troppa strumentalizzazione politica hanno fuorviato il dibattito pubblico.
La frase che ritengo più falsa e più strumentale è che in Italia stiamo introducendo il matrimonio e l`adozione gay. Questo è falso: stiamo dando tutela giuridica alla vita privata e familiare di coppie omosessuali, attraverso le unioni civili, fondate sull`articolo 2 della Costituzione come indicatoci
dalla sentenza 138 del 2010 della stessa Corte, e stiamo poi riconoscendo ad una delle parti dell`unione civile la possibilità di chiedere al giudice di estendere la responsabilità genitoriale sul figlio minore del partner, attraverso l`applicazione dell`articolo 44 della legge 184 del 1983, norma del resto già applicata dei tribunali dei minori poiché ritenuta quella che consente la maggior tutela del bambino anche in caso di morte del genitore naturale.
Ho riletto, in questi giorni, il dibattito svoltosi in Costituente sugli articoli 29 e 30, e ho riscontrato molti tratti comuni rispetto a quello che ci ha impegnato in questi mesi. Penso anzitutto al ruolo delle donne: Nilde Iotti, Teresa Noce, Lina Merlin, esempi chiari e limpidi di una vera e propria “politica
di umanità”. Penso alla loro capacità empatica, alla profonda sensibilità verso le mille sfumature dell`universo familiare che chiedevano riconoscimento costituzionale: l`eguaglianza tra coniugi, l`eguaglianza tra figli. Oggi, come allora, le donne sono in prima linea quando si tratta di assicurare
pienezza di diritti civili e sociali alle diverse espressioni dell`identità personale.
Penso poi ai diversi approcci alla Costituzione: come patrimonio comune o come patrimonio di pochi, come
progetto aperto al futuro o come cristallizzazione di assetti tradizionali immutabili.
Infine, la capacità di dialogo, in figure come Moro, Terracini, Dossetti, La Pira, Togliatti.
La Costituzione è un progetto di emancipazione personale e sociale, un processo di liberazione della persona
umana naturalmente inconcluso e da rinnovare continuamente con spirito di cooperazione solidale.
La Costituzione è stata scritta avendo in mente il passato, il presente e il futuro. Avendo presente chi aveva giàla voce per farsi sentire e chi ancora non aveva trovato spazio nella comunità politica, come le persone omosessuali, oggetto di un pervasivo e doloroso stigma sociale.
Così concretamente realizziamo quella parte di Costituzione scritta per gli assenti, quegli assenti, individui adulti bambini famiglie, che finalmente diventano presenti, con pari diritti e dignità già riconosciuti agli altri cittadini.
Sono settimane che leggiamo sui giornali che l`applicazione dell`articolo 44 della legge 184 aprirebbe la strada in Italia all`istituto della gestazione per altri! La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, pessima poiché è frutto di eccessive mediazioni tutte a ribasso e per questo quasi interamente
riscritta dalla consulta, vieta e punisce espressamente la pratica della gestazione per altri. Questo divieto
è in vigore, resterà in vigore e in nessun modo il testo di cui discutiamo oggi interferisce con tale divieto. È quindi un argomento forviante e strumentale!
Oggi esistono nel nostro Paese, bambini che nascono, crescono e vanno a scuola come tutti gli altri.
Figli che già esistono, e molti altri ne verranno. Questi piccoli, come molti altri, vivono in famiglie normali, amorevoli, e perfettamente idonee a garantire la loro crescita affettiva e personale. Sono bambini, sono cittadini di questo Paese. E meritano di essere riconosciuti e tutelati al pari di tutti gli altri,
garantendo loro stabilità e continuità dei loro affetti. Perché trattarli in modo diverso rispetto ai figli di coppie eterosessuali? Dov`è la ragionevole giustificazione al loro trattamento differenziato, alla luce degli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione?
Con l`articolo 5 facciamo un primo decisivo passo per la loro tutela, nelle concrete situazioni in cui si trovano a vivere, senza implicazioni teoriche o astratte, ma sulla base del buonsenso e dell`imperativo costituzionale di eguaglianza. E senza togliere diritti a nessuno.
Nel dibattito pubblico delle ultime si è sollevata una obiezione, a mio avviso, priva di fondamento : cioè che l`estensione delle tutele alle coppie dello stesso sesso possa minare la famiglia tradizionale. Sono convinta del contrario. Anche il riconoscimento delle coppie dello stesso sesso realizza la tutela e la promozione della famiglia, poiché rientra nella concezione dello Stato che tutela, premia e valorizza tutti
quei legami di solidarietà presenti nella nostra società.
Vorrei concludere questo mio intervento con il ricordo di un grandissimo italiano, mancato da pochi giorni,
che ancora non abbiamo ricordato in questa aula, il regista di “Una giornata particolare”, Ettore Scola che era solito dire: «Bisogna credere ai miracoli, soprattutto quelli fatti dall`uomo e impegnarsi perché i sogni e le utopie si realizzino».
Per fare questo ci vuole un`assunzione di responsabilità totale e collettiva. Noi possiamo anche non fare miracoli, ma certamente è nostro compito quello di dare al Paese una buona legge. In questo modo daremo pienezza alla vita di tanti nostri cittadini perché i diritti non possono e non devono rimanere sogni!


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