«Il Parlamento ha una funzione diversa da quella della Chiesa e deve esercitarla fino in fondo». La vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, rappresentate del Partito democratico, ex sindacalista della Cgil, «ascolta tutti con grande rispetto», poi mette alcuni paletti. Che sono, nel caso delle leggi votate dalle Camere, i regolamenti parlamentari, l`applicazione coerente degli stessi, la Costituzione. «A ognuno il suo ambito», spiega. E in confini non si superano.
Non crede che con le parole di Bagnasco si registri un salto di qualità nei consigli che i vescovi danno alla politica?
«Sono sempre molto attenta alle opinioni altrui. Leggo, ascolto, rifletto, anche sulle parole di esponenti della Cei. Ma la chiarezza e il rispetto devono essere reciproci. In questo caso le procedure sui voti segreti e su tutto quello che attiene ai lavori dell`aula sono scritte nei regolamenti, sono stabilite dall`applicazione degli stessi e la loro applicazione spetta alla presidenza del Senato, anzi per la precisione al presidente Grasso che gestirà l`iter parlamentare come ha sempre fatto, ovvero rispettando le regole  del Senato».
È un caso di ingerenza al cubo?
«Non mi interessa usare le dichiarazione di Bagnasco per fare polemica. Se ne sentono tante, e durante il
dibattitto sulle unioni civili anche di più. Ma dopo aver letto le parole del presidente della Cei continuo a pensare che il Senato decide come lavorare. Nessun altro».
I vescovi le stanno provando tutte le per affossare l`intera legge. Questa uscita segnala la paura di non farcela?«Penso di no. Nessuno deve avere paura delle decisioni del legislatore.
Senatori e senatrici rispondono a un mandato elettorale. Sono in Parlamento, ciascuno con le proprie opinioni.
Discutono, dibattono e a volte continuano ad avere opinioni diverse. Ma non devono essere condizionati al
punto da non condividere le regole dell`assemblea che rappresentano. Ho un enorme rispetto per il magistero
della Chiesa e sono certa che Bagnasco abbia un enorme rispetto delle istituzioni repubblicane».
E se l`obiettivo fosse radicalizzare lo scontro della prossima settimana, ridargli una cornice ideologica?
«Spero non sia così. Il confronto sulle unioni civili è stato a tratti ideologico ma soprattutto tra opinioni diverse. Questo è il governo, e la legislatura, dei cambiamenti che sono già reali nella società. Siamo in una trasizione simile a quella che ha accompagnato la battaglia sul divorzio, sulla 194 per la maternità consapevole, sul nuovo diritto di famiglia. E siamo anche di fronte a scontri che ricordano quell`epoca perchè sui diritti esistono ricette diverse per superare le discriminazioni che ancora esistono. Detto questo, ci tengo tantissimo a ripetere: il Senato ha una funzione diversa dalla Chiesa. La eserciterà fino in fondo».
L`uscita di Bagnasco può essere molto di più: ovvero il segno che la battaglia è appena cominciata.
«Non è così perchè in Parlamento è stata fatta tanta strada per allargare il consenso e far maturare le idee. Arriveremo al traguardo, glielo garantisco, e lo faremo con l`impianto del disegno di legge Cirinnà».


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