L’approvazione oggi in Senato del dl contro il femminicidio è un fatto positivo per le donne perché abbiamo messo un altro tassello, dopo la ratifica della Convenzione di Istanbul. Si tratta di un primo passo di un percorso che deve assolutamente continuare nella consapevolezza della sua complessità: la lotta alla violenza di genere va affrontata da un punto di vista culturale, economico, sociale. Tutto ciò nella convinzione che servono serie azioni di prevenzione strutturali, di lungo termine. Anche per questo è stato fondamentale ampliare, attraverso il lavoro parlamentare, la parte del dl sul piano d’azione contro la violenza sessuale e di genere, ascoltando davvero e coinvolgendo le associazioni di donne, i centri antiviolenza, i diversi soggetti che da anni operano per il contrasto alla violenza contro le donne. Sono primi passi. Al senato, procederemo celermente alle altre attuazioni legislative coerenti e conseguenti ai ddl già presentati. Sempre avendo come punto di riferimento le donne, la loro libertà e la loro autodeterminazione. Perché le donne – non sono soggetti «deboli», ma soggetti «vulnerabilizzati» dalle discriminazioni e dalla violenza subita. Bisogna cambiare quindi il contesto e tutti gli ostacoli che impediscono loro l’effettivo godimento dei loro diritti di cittadinanza e quindi costruire davvero un paese per donne e uomini.

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