“Il contributo e le inchieste della stampa che seguì la tragedia Moby Prince ci consentono di acquisire elementi preziosi per il lavoro di una Commissione d’inchiesta così come le audizioni che con ritmo serrato stiamo svolgendo in questa fase con tutte le persone che a vario titolo hanno seguito le fasi dell’incidente e quelle processuali. L’audizione di oggi con i cronisti de La Nuova Sardegna e dell’Unionesarda, Piero Mannironi e Alberto Testa, ha evidenziato aspetti di indubbio interesse che saranno sicuramente di grande utilità per proseguire il nostro complesso lavoro”. Lo afferma il presidente della commissione di inchiesta parlamentare sul disastro della Moby Prince, il senatore Pd Silvio Lai, al termine della seduta di oggi. Accurato e meticoloso nei dettagli, ieri sulle colonne dei loro giornali ed ora davanti alla Commissione, la ricostruzione dei fatti da parte di Mannironi e Testa che si sono occupati della vicenda in due momenti diversi. Per Mannironi è avvenuto a partire dal 2006 in poi, dopo la richiesta di riapertura dell’inchiesta formulata da alcuni parenti delle vittime. “Quando iniziai a valutare il caso studiai le carte e cominciai ad analizzarle, con un approccio emotivo meno coinvolto dall’immediatezza della tragedia”. Il giornalista de La Nuova Sardegna ha evidenziato tutti gli aspetti che rimangono ancora inspiegabili o comunque meritevoli di approfondimento. Come la voce in inglese che alle 22,20 sul canale radio 16 richiama l’arrivo del traghetto, come se questo si stesse avviando verso una situazione di pericolo. E poi i misteri legati al cono d’ombra dei radar, la presenza di un elicottero abilitato al volo notturno solo pochissimi minuti dopo la collisione. E ancora le autorità statunitensi che in un primo momento parlano di 3 navi militarizzate alla fonda, diventate 5 undici anni dopo nella testimonianza del capitano di vascello. Infine la scomparsa della scatola nera.
“Aspettavo questo momento da 21 anni – ha detto invece Testa. Nelle sue parole tutta l’accuratezza di un’inchiesta fatta anche grazie a tanti contributi esterni. Documenti riservati, inviati alla sua attenzione, come il rapporto sui soccorsi che parla di un coordinamento efficace solo dalle 5 del mattino in poi, quindi parecchie ore dopo l’incidente. Dalla audizione emergono i misteri che ancora avvolgono quanto accaduto non solo il giorno del disastro ma anche nei momenti successivi. Come la sparizione di diverse prove. “Possibile che non siano state aperte inchieste in merito?” si chiede il giornalista che ha consegnato ai commissari una corposa documentazione.
“Voglio ringraziare ancora i due cronisti – ha detto Lai – perché il loro è stato un contributo preziosis. Proseguiremo le audizioni anche nelle prossime settimane. Posso comunque già affermare che gli elementi raccolti finora sono tutti di grandissimo interesse e stanno consentendo alla commissione di ottenere informazioni ed elementi anche visti da prospettive diverse. Di certo la nostra determinazione nel cercare la verità aumenta ogni giorno di più, anche grazie all’accuratezze delle esposizioni e alla passione con cui chi ha seguito questa vicenda ha ricostruito le varie fasi dell’incidente”.


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