‘Il disegno di legge che introduce il reato di tortura in Italia è stato il mio primo atto in questa legislatura’. Così il senatore Luigi Manconi, relatore sul ddl tortura in discussione da oggi in aula al Senato e presidente della Commissione Diritti Umani. ‘Ciò per dire quanto io tenga a questa problematica e perché, fatta questa premessa, debba precisare – sottolinea Manconi – che intendo votare a favore di questo disegno di legge, pur esprimendo forti perplessità e insoddisfazione nei confronti di questo testo. La mia critica non si limita ad alcune questioni, pur rilevanti, ma all’impianto ed all’ispirazione complessiva del disegno di legge a mio avviso depotenziato in misura rilevante nel suo significato, come la prospettiva e la finalità di questa normativa, a partire dalla formulazione che prevede la reiterazione degli atti di violenza, cioè il fatto che debbano essere ripetuti perché si dia la fattispecie della tortura. Il motivo fondamentale di critica è tuttavia un altro, nel provvedimento la tortura non è qualificata come reato proprio ma comune, quindi imputabile a qualunque cittadino e non solo ai titolari di funzione pubblica, cioè alle forze dell’ordine, come avviene invece in molti altri paesi occidentali. ‘Senza questa previsione – conclude Manconi – il provvedimento ne risulta devitalizzato’.

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