«Hanno ignorato il video in cui si vede tutto: Ferrulli a terra, disarmato, che grida disperatamente aiuto mentre quattro agenti gli sono sopra e lo bloccano. Spero solo che non abbiano sottovalutato le testimonianze perché arrivano da stranieri o rom». Non va giù a Luigi Manconi, senatore Pd e presidente della commissione Diritti umani a Palazzo Madama, la sentenza che ha visto quattro agenti di polizia assolti a Milano dall`accusa di aver provocato la morte di Michele Ferrulli, i1 51 enne colpito da infarto il 30 giugno 2011, a Milano, mentre lo stavano ammanettando a terra.
Lei parla di metodo Ferrulli, che cosa intende?
«Una tecnica di immobilizzazione della persona sottoposta a fermo o arresto. Ferrulli non era un bandito pericoloso e armato, ma un cinquantenne fermato da quattro poliziotti per quello che una volta si chiamava disturbo della quiete pubblica e ora ‘disturbo delle occupazioni e riposo delle persone’. Probabilmente il metodo che ha portato alla sua morte verrà insegnato nelle scuole di polizia e carabinieri, visto che si ripete. Stessa dinamica nella storia di Federico Aldrovandi, di Riccardo Rasman e Riccardo Magherini».
La Corte d`Assise però ha assolto i poliziotti. «Questa tecnica secondo la Corte non ha avuto alcun ruolo nel determinare la morte di Ferrulli». Non è d`accordo?
 «No, questo metodo in cui il fermato viene bloccato, i polsi ammanettati dietro alla schiena con tre o quattro uomini che gli gravano addosso con tutto il peso sulla cassa toracica, può provocare asfissia o infarto. E accaduto così con tutta probabilità nelle vicende Rasman, Aldrovandi e Magherini e chissà in quanti altri casi mai finiti sulle pagine dei giornali».
Lei accusa poliziotti e militari?
«Come minimo bisogna parlare di grande imperizia professionale, di scandalosa e scellerata incapacità di fare il proprio mestiere, se non si rendono conto di quello che possono provocare con questa pratica ripetuta». 
Il  capo della polizia aveva promesso un protocollo per evitare nuove tragedie
«Ho parlato con Alessandro Pansa e col comandante generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli. Mi hanno detto che lo stanno elaborando, ma fino ad oggi non c`è».
E quindi?
«Quindi si ripetono i casi, come ha scritto il pubblico ministero della procura di Milano, in cui una persona viene costretta ad una prolungata posizione prona ad opera di quattro contro uno. In cui viene esercitata una violenza gratuita non giustificata contro qualcuno bloccato a terra che chiede aiuto. Inutilmente».

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