«Mi auguro con tutto il cuore che le parole del procuratore siano state male interpretate. Perché non è affatto vero che ‘dicono tutti così’. E vero, piuttosto, che tantissimi soffrono per i ritardi e gli abusi della giustizia, ma a togliersi la vi ta è fortunatamente solo un piccola parte». Così il presidente della Commissione Diritti Umani, Luigi Manconi, sulle dichiarazioni del procuratore di Monza.
Senatore, a sentire quelle parole, non si direbbe.
«Sono molti coloro che la vita se la tolgono quando sono detenuti. Che siano colpevoli o innocenti, tale è l`insensatezza e la disumanità della condizione carceraria, che il numero di suicidi continua a essere elevatissimo. E crescono i suicidi tra i poliziotti penitenziari».
Ma torniamo a quelle dichiarazioni.
«Se quelle parole fossero state davvero dette, si confermerebbe un atteggiamento non raro di scarsa sollecitudine e di ridotta sensibilità nei confronti degli indagati, innocenti fino a prova contraria. Il farmacista era ai domiciliari, altra forma dì privazione della libertà. Ecco, non tutti coloro che detengono il potere, terribile e delicatissimo, dilimitarelalibertà di qualcuno, sembrano rendersi conto che si tratta di un atto capace di provocare conseguenze profonde e irreversibili. Può rivelarsi indispensabile, in determinate circostanze: e bene ha fatto il Parlamento a renderle più stringenti e tassative. Ma resta una misura da adottare con la massima prudenza. Prudenza che non si concilia con quelle parole, se davvero fossero state pronunciate».

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