“È del 2009 la prima condanna inflitta della Commissione europea per i diritti dell’uomo all’Italia a causa delle condizioni di vita all’interno delle carceri’.
Lo afferma il senatore del Partito Democratico Luigi Manconi.
‘L’Italia è stata condannata perché un detenuto, Izet Sulejmanovic, si è trovato costretto per lungo tempo durante la sua carcerazione a vivere in uno spazio al di sotto dei tre metri quadrati – prosegue Manconi – E questo, per la Cedu, si configura come trattamento inumano e degradante. Recentemente i tribunali di sorveglianza di Venezia e Monza si sono trovati a decidere su una richiesta presentata da due detenuti che chiedevano un differimento della pena per il grave sovraffollamento degli istituti a cui erano destinati, cosa che li avrebbe costretti a una detenzione crudele. I due tribunali hanno sollevato una eccezione di costituzionalità a proposito dell’articolo 147 del codice penale che disciplina i casi in cui il differimento della pena può essere concesso. Si prospetta, infatti, che la pena possa essere differita anche quando le condizioni in cui la si dovrebbe scontare sono contrarie al senso di umanità. È sulla scorta di queste due importanti decisioni dei tribunali di sorveglianza, che oggi ho presentato un disegno di legge destinato a introdurre il cosiddetto “numero chiuso”.
‘Se la struttura penitenziaria territorialmente competente risultasse sovraffollata – conclude l’esponente pd – il detenuto verrebbe iscritto in una lista d’attesa e sconterebbe la pena in carcere solo quando le condizioni di vivibilità fossero ristabilite. Nel frattempo verrebbe sottoposto alla detenzione domiciliare. Si tratta di un provvedimento ragionevole, già assunto da altri stati democratici.”


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