«Devo ammettere che ho stima degli attuali magistrati della procura di Potenza. E non penso che, dietro l`inchiesta su Tempa Rossa, ci sia la volontà di alzare un polverone politico».
Parole che pesano quelle di Salvatore Margiotta. Non foss`altro perché il senatore lucano del Pd, dopo 8 anni, nei 2014 fu assolto in Cassazione (le accuse erano corruzione e turbativa d`asta) a seguito dell`inchiesta che riguardava proprio la costruzione del Centro Oli Total della Basilicata.
Sono arrivate le prime condanne di quel processo. Che andranno prescritte.
«Io scelsi il rito abbreviato perché penso che un politico debba farsi processare subito».
L`affondo di Renzi contro le toghe lucane?
«Ha usato il suo linguaggio di sempre. E comunque le lunghezze dei processi sono dati di fatto».
Lei è stato assolto in primo grado, condannato in appello, assolto in Cassazione…
«Dopo la condanna scrissi a Renzi, che era già premier. Mi rispose con delle righe che conservo nel cuore. “Ho piena fiducia, ti aspettiamo nel Pd”».
L`interrogatorio della Boschi era opportuno?
«Meglio chiedere che non chiedere. Temo i giudici che non si informano, non di quelli che ti convocano».
Guidi ha fatto bene a dimettersi?

«Certo. Al posto suo, io avrei avvertito il premier dell`inchiesta in corso».
Lei è favorevole a trivelle e sviluppo. Ci dice come si muovono manager e lobbisti?
«Spesso con sciatteria. A volte con arroganza».


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