“Avrei firmato i sei referendum sulla
giustizia, o almeno alcuni di essi, e sono pentito di non averlo
fatto. All’epoca come Pd, ritenemmo che fosse più giusto
procedere con le riforme e non firmai, per disciplina di partito
e per rispetto del mio stesso ruolo in Parlamento. Ma se la
Corte costituzionale dovesse ammetterli, darò il mio supporto
alla campagna”. Così il senatore del Pd, Salvatore Margiotta,
interpellato dall’ANSA sui referendum promossi da Lega e
Radicali e su cui è attesa la decisione della Consulta.
E ha aggiunto: “Condivido i quesiti che trovo giustissimi,
tranne quello sulla responsabilità civile dei magistrati su cui
ho perplessità. Temo che si arrivi all’eccesso per cui il timore
di un pm di essere giudicato non lo porti a indagare”. Infine
sul rischio di una sovrapposizione dei tempi tra l’eventuale
voto per i referendum e la cosiddetta riforma Cartabia che è
all’esame del Parlamento, il senatore ha aggiunto: “Credo che il
referendum possa essere uno stimolo perché il Parlamento
affronti alcuni aspetti che finora non sono stati risolti”.


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