“Questo provvedimento contiene molte misure economiche a favore di imprese e lavoratori costretti dalla pandemia a chiudere o a sospendere la loro attività. Ma ci sono anche misure importante per categorie più deboli, i cosiddetti cittadini invisibili che, grazie ai 400 milioni che verranno dati ai comuni, potranno usufruire dei buoni alimentari per mangiare. Ma nel Dl ristori ci sono misure non economiche che possono aiutare altri cittadini che lavorano nelle carceri e deboli come i detenuti. Negli istituti carcerari la situazione pandemica non è fuori controllo. Gli operatori, i Garanti, gli agenti penitenziari hanno lavorato bene. E per tenere sotto controllo la situazione sono state importanti le norme contenute nei provvedimenti decisi dal Governo in questi mesi e gli emendamenti approvati nei decreti Ristori. Si poteva e si deve fare di più. La popolazione carceraria è troppo alta e non ci sono spazi adeguati per il distanziamento, prima arma contro il virus. Questo decreto migliora la situazione ma avremmo voluto di più. Serviva aumentare gli sconti di pena per chi ha già vissuto un percorso positivo in carcere e il blocco dell’esecutività delle sentenze passate in giudicato. È comunque impotente che nel Recovery siano previste misure e risorse per garantire, nelle carceri, la creazione di spazi adeguati che garantiscano distanze corrette. Perché è sicuramente sacrosanto garantire l’esecuzione della pena ma è sacrosanto garantire la salute dei detenuti e di chi opera e lavora nelle carceri. Con questo decreto non svuotiamo le carceri, come dice la destra facendo bassa propaganda, ma facciamo un passo avanti per garantire dignità ai detenuti la cui dignità è garantita dal dettato costituzionale”. Così il senatore Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del Pd nel suo intervento durante il dibattito sul Dl Ristori.


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