′”Non c’erano le condizioni per il voto segreto. Casellati ha fatto una scelta politica per me non condivisibile, al suo posto avrei consultato la Giunta del regolamento. Voto segreto andrebbe limitato solo ad alcune situazioni. Sulle questioni politiche che non riguardano una sola persona, ma una comunita’ intera, un rappresentante del popolo dovrebbe metterci la faccia sempre”. Lo afferma Dario Parrini, senatore del Pd, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, ai microfoni di Radio Cusano Campus. “Il voto segreto – prosegue – nasce storicamente come una protezione dell’indipendenza del parlamentare e del suo diritto di non essere esposto a ritorsioni politiche per le decisione che assume. Questo e’ giusto, ma dovrebbe essere attuato per un ristretto numero di situazioni. Sulle questioni politiche che non riguardano una sola persona, ma una comunita’ intera, un rappresentante del popolo dovrebbe metterci la faccia sempre. La regola deve essere quella della trasparenza, quindi del voto palese, con pochissime e limitatissime eccezioni. Molti hanno parlato di prova generale per il Quirinale, al quarto scrutinio e’ previsto il voto segreto perche’ si suppone che solo personalita’ in grado di raccogliere attorno a se’ un grandissimo consenso e di non essere divisive, siano in grado nel voto piu’ libero che c’e’ di raccogliere un quorum predefinito di voti. Anche li’ si possono aprire discussioni molto accese, pero’ secondo me si tratta di non generalizzare troppo e di valutare caso per caso: sullo Zan il voto segreto era da evitare”.


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