«L`impianto è stato condiviso all`unanimità. Se continuiamo ad aggiungere sempre richieste non condivise, rischia di saltare tutto». Anna Rossomando, vicepresidente pd del Senato, lo dice chiaramente di fronte alle aspettative di modifiche del centrodestra.

La riforma è blindata?

«No. Ma il tema non è solo la credibilità della magistratura, ma anche la credibilità del Parlamento».

E dunque?

«C`è stato un accordo di maggioranza. Il terreno di confronto ora è quello della responsabilità istituzionale, non della campagna elettorale. Vorrei evitare un rischio».

Quale?

«Che l`obiettivo diventi più il secondo tempo di una partita iniziata oltre vent`anni fa che riformare la giustizia».

Quali risposte dà questa riforma?

«Aiuta a superare i punti di criticità raggiunti dalla magistratura e dalla degenerazione del sistema correntizio».

Secondo il centrodestra non risolve. Non è così?

«Noi dobbiamo abolire gli accordi di potere non il confronto delle idee e il pluralismo. Il correttivo proporzionale rende più contendibile e aperta l`accesso al Csm e meno prevedibile il risultato. Più un sistema è aperto e meno si presta ad accordi di potere: Ma la-questione vera è il funzionamento del Csm, non solo la legge elettorale».

Come?
«Per esempio lo stop alle nomine a pacchetto, separazione tra disciplinare e nomine, criteri più stringenti per la valutazione sulla professionalità dei magistrati».

Con il contributo dell`avvocatura. All`Anm non piace. E chiede reciprocità.

«Intanto c`è il contributo del Consiglio degli avvocati che abbiamo proposto noi».

Nel frattempo i referendum, inclusi quelli sulla responsabilità civile dei magistrati e sulla separazione delle carriere, passano al vaglio della Corte Costituzionale. Cosa ne pensa?

«Le riforme si fanno in Parlamento. I referendum abrogativi non sono strumenti adatti. Molti quesiti sono già contenuti in questa riforma o in quelle approvate. Lo strumento referendario è importantissimo, ma mi auguro non si ceda alla tentazione di usarlo per fare campagna elettorale».

La separazione delle funzioni non è un primo passo per quella delle carriere, come dice il centrodestra?

«Con il quesito abolirebbe la legge che già stabilisce limiti ai passaggi. Con la riforma si limitano ulteriormente i passaggi da funzioni requirenti a giudicanti».

Quali miglioramenti chiedete?

«Lo stop alle porte girevoli magistratura-politica deve tener conto della differenza tra chi ha un incarico politico avendo fatto campagna elettorale e chi ha un incarico tecnico».


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