‘Ridurre l’affollamento carcerario rivedendo i criteri delle misure cautelari’. E’ quanto prevede un ddl presentato dal senatore del Pd Francesco Scalia. ‘La nuova impostazione – spiega – mantiene il «doppio binario» cautelare tra reati comuni e distrettuali ovvero ad elevato allarme sociale , ma ne disarticola le premesse operative. Il ddl concepisce la «segregazione carceraria» per finalità cautelari come evenienza possibile solo qualora ricorrano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza, prevedendo, al contempo, che la specifica misura coercitiva possa essere disposta soltanto quando ogni altra misura risulti inadeguata’. ‘La prescrizione di adeguatezza della sola custodia cautelare in carcere – aggiunge – rimane invece per i soggetti gravemente indiziati di delitti di mafia (articolo 416-bis del codice penale), in ragione della loro particolare pericolosità per la sicurezza collettiva e della capacità delle organizzazioni mafiose di ostacolare ed interferire con il naturale corso della giustizia’. ‘In questo modo, tra l’altro – conclude Scalia – si adeguerebbe la normativa alle condanne riportate dall’Italia da parte della Corte europea di Strasburgo in relazione al sovraffollamento carcerario, tenendo anche conto dell’elaborazione compiuta dal Censis su dati del ministero della Giustizia, secondo cui il 43,6 per cento della popolazione carceraria è rappresentata da imputati e non, quindi, da condannati’.

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