«Trovo sbagliato che Renzi abbia convocato una conferenza stampa a urne ancora aperte per commentare gli exit poll: dal punto di vista istituzionale, è una scelta che rientra in un clima di decadimento dello spirito pubblico», sottolinea il senatore bersaniano Miguel Gotor. Lo spoglio è in corso, il risultato non è definitivo ma è avviato verso la sicura vittoria del no.
Cosa succede ora?
«Prima di tutto, è successo che c`è stata una grande partecipazione: è un aspetto molto importante, che rende estremamente legittimante questo passaggio».
Ma cosa succede ora al Paese?
«Ora bisogna ricucire il Paese, articolare un centrosinistra competitivo e unire il Pd».
Renzi oggi si dimetterà.
«Rispetto la sua scelta ma la considero un errore: la Costituzione è una cosa, il governo un`altra. La palla passa al presidente della Repubblica. Renzi ha una colpa come presidente del consiglio, e una come segretario del Pd».
Cioè?
«Come presidente ha la responsabilità di aver diviso il Paese, ed è la più grave. Come segretario, quella di aver diviso il Pd e disarticolato il centrosinistra».
Non pensa che qualche responsabilità ricada anche su di voi?
«Eccessi ce ne sono stati da tutte le parti, ma è chi guida la carrozza che deve tenere il cavallo».
Chi ha vinto il referendum? Voi, o Salvini, Grillo, Berlusconi?
«Ha vinto uno schieramento costituzionale che, come è normale che sia, è formato da vari soggetti diversi, divisi su tante cose ma uniti sulla Costituzione. Mi ha offeso il concetto di accozzaglia: questa battaglia per la nostra Carta, io l`ho fatta a fianco degli amici e compagni di sempre: nel Pd e fuori, cioè con Anpi, Cgil, Arci, Libertà e giustizia, Libera…».
Cosa succede nel Pd? Il vicesegretario Guerini ha annunciato una Direzione per martedì.
«È necessaria una riflessione autocritica. Ed è soprattutto importante cambiare le politiche».
C`è il rischio di una scissione?
«E` un concetto che non esiste. Da parte nostra c`è la massima disponibilità a una riflessione unitaria: diamo la responsabilità a Renzi di aver diviso, ma adesso punto e a capo. Ora il tema è l`unità del Pd e noi siamo pienamente responsabili. E` quello che si sarebbe dovuto fare dopo le elezioni di Mattarella, e invece Renzi un mese dopo impose la fiducia sulla legge elettorale. Abbiamo perso quell`occasione e siamo stati inascoltati e sbeffeggiati, ma ora la cosa peggiore da fare sarebbe un regolamento di conti del Pd al suo interno. Guardiamo all`Italia».