Una nuova Commissione d`inchiesta sul ‘Caso Moro’. Trentasei anni dopo la strage di via Fani e i 55 giorni più neri della Repubblica italiana, il Parlamento si propone di indagare ancora. Con 178 sì, 11 no e 46 astenuti, il Senato ha approvato la formazione del nuovo organismo.
Senatore Miguel Gotor, storico e politico, autore di due libri sulle verità nascoste dell`affare Moro, serve un`altra Commissione d`inchiesta?
Spero e credo di sì. Il larghissimo sostegno avuto sulla proposta nel momento del voto dimostra che si è colta l`attesa dell`opinione pubblica a conoscere la verità su questo intrigo italiano.
Solo italiano?
No, come tutte le vicende italiane degli ultimi sessant`anni, anche il rapimento e l`uccisione di Aldo Moro vanno collocati dentro il quadro internazionale di quegli anni. Era il periodo della Guerra fredda, dei blocchi contrapposti e l`Italia era uno Stato di confine e di cerniera. Oggi abbiamo nuovi fronti da esplorare, penso al crollo dei regimi dell`Est e alle nuove disponibilità documentarie dei servizi di intelligence di quei paesi.
Aprirete quegli archivi, riuscirete a fare altrettanto con gli armadi della vergogna dei servizi italiani?
Chiariamo un punto: sul caso Moro e su tutta la vicenda di stragi e terrorismo che hanno insanguinato questo Paese, non esiste il segreto di Stato, semplicemente perché è vietato apporlo. Penso anche che ci siano documenti a sufficienza per ricomporre una verità credibile, anche grazie all`azione della magistratura. Altra cosa sono i documenti riservati declassificati: le posso dire che proprio sul caso Moro c`è stata una grande attenzione: la declassificazione è avvenuta in anticipo e si trova a uno stato molto avanzato. Da storico posso affermare che per i miei libri su Moro ho già utilizzato documenti di questo tipo.
Senatore, non negherà che c`è un limite che riguarda queste carte declassificate, e fa riferimento alla natura piduista dei servizi segreti dell`epoca. Possiamo dire che sono stati archiviati documenti ‘ripuliti’?
Mi risulta che permanga l`esistenza di circa 300 documenti ancora riservati, che andranno letti, analizzati e inquadrati nel loro contesto storico. Alla sua osservazione rispondo che la ‘pulizia’ preventiva dei documenti avviene in qualsiasi modalità di archiviazione, anche a livello familiare. Ciò che rimane di un evento a livello documentario è sempre ciò che è tollerabile che resti. Il processo storico è sempre una tensione tra necessità della memoria e utilità dell`oblio e viceversa.
Quanto si è indagato sull`affaire Moro?
Direttamente hanno lavorato una Commissione dedicata proprio a Moro e la Commissione Stragi; indirettamente la Commissione sulla P2, la Mitrokhin e, per molti aspetti, anche l`Antimafia. Aggiungo i processi: non vorrei sbagliare ma sul caso Moro sono stati sette, evidentemente, però, c`è ancora strada da fare per arrivare a una verità storica soddisfacente. Detto questo, non siamo al punto zero, siamo a un buon livello di conoscenza grazie proprio al lavoro della magistratura, del Parlamento e alle ricostruzioni degli storici.
Quindi da dove ripartirete?
La commissione ha un mandato preciso, anzitutto approfondire e verificare se ci sono state negligenze o depistaggi dei nostri apparati di sicurezza e investigativi, poi approfondire il livello delle responsabilità internazionali. Ma tra gli obiettivi dell`inchiesta ci sarà quello, e lo dico da storico, di fare una sorta di ‘rasoio di Occam’ sull`intera vicenda, un`opera di pulizia raziocinante.
Per capire, con Guglielmo di Occam, non complicare una spiegazione che è semplice. Francamente mi pare difficile in una storia come quella dell`uccisione di Aldo Moro.
Oggi il caso Moro è un coacervo di dietrologie e depistaggi, tali che potremmo scrivere interi volumi. Uno degli obiettivi di questa Commissione penso che sia quello di arrivare a una verità credibile. Ciò non significa occultare alcunché, ma riuscire a far emergere una definizione dei fatti liberata dalle nebbie che in tanti, o per interesse, o per mera incompetenza, hanno contribuito a diffondere.
In tema di sprechi della politica, quanto costerà al contribuente questa nuova commissione?
Poco: 17mila euro il primo anno, 35mila il secondo e di nuovo 17mila il terzo. Una spesa ragionevole, divisa tra Camera e Senato. Mi pare ne valga la pena per ricostruire uno dei momenti più bui della nostra storia.