Se qualcuno vuole spingerci fuori dal partito ha sbagliato i conti
Un esito scontato, un voto quasi superfluo. Così la minoranza del Pd considera il via libera arrivato dalla direzione del partito all`Italicum di Renzi. Ma la vera partita, avvertono gli esponenti della minoranza interna, si gioca ora in Parlamento.
Miguel Gotor, il senatore vicino all`ex segretario Bersani, protagonista di una dura battaglia contro l`Italicum a Palazzo Madama, invita alla mobilitazione i suoi colleghi alla Camera.
Nella battaglia alla Camera contate sul voto a scrutinio segreto?
 «Sono i regolamenti a prevedere l`utilizzo di voti segreti quando si parla di legge elettorale. Essi servono a chi, per conformismo o per calcolo, non fa battaglie a viso aperto. Noi invece ci stiamo comportando con estrema chiarezza. Sono un senatore che già al Senato non ha votato l`Italicum insieme ad altri 23 colleghi».
In concreto che cosa vorreste modificare?
«Innanzitutto la selezione dei parlamentari. Nel testo attuale sono state inserite da Renzi e da Berlusconi le preferenze, ma queste avranno effetti solo o quasi per la lista vincitrice. Con il risultato che, alla fine, si avrà un Parlamento a maggioranza di nominati e lo giudichiamo sbagliato perché la riforma del Senato già prevede eletti di secondo grado. Proprio per questo riteniamo che occorrano dei correttivi per fare in modo che la Camera dei Deputati, la sola con carattere politico e legislativo, sia il più possibile rappresentativa. C`è poi un secondo aspetto: in caso di ballottaggio, bisognerebbe lasciare ai partiti la possibilità di apparentarsi. Questo rafforzerebbe la proposta vincente che sarebbe legittimata da una maggiore partecipazione dei cittadini al secondo turno. Inoltre la facoltà di apparentamento eviterebbe la creazione di listoni unici, incoerenti, destinati a sciogliersi subito dopo il voto».
Ma se Renzi continuerà a respingere le vostre proposte arriverete prima o poi alla scissione di cui si parla da tempo?
«Tra l`obbedienza a qualcosa che si ritiene sbagliato e la scissione c`è uno spazio politico dentro al Pd, per contrastare un disegno neocentrista che riproporrebbe il ritorno alla prima Repubblica, ma in altri contesti storici. Altre volte in Italia la restaurazione ha assunto la retorica della rottura».
Non pensate invece che l`obiettivo di Renzi sia proprio quello di spingere la minoranza fuori dal partito per avere le mani libere?
«Se è così ha fatto male i calcoli perché non gli daremo questa soddisfazione. È molto importante che la sinistra del Pd stia dentro il Pd per evitare i rischi di una deriva neocentrista del partito. Noi non stiamo rivendicando libertà di coscienza, ma una necessità politica, ossia quella di salvaguardare la democrazia competitiva dell`alternanza che deve respirare con due polmoni per essere sana».