Mineo, per fare il battitore libero, doveva dimettersi lui
Maggioranza sì, ma non pigliatutto. La nuova legge elettorale in divenire, il cosiddetto Italiacum, consentirebbe, a bocce ferme, al primo partito o coalizione di eleggere «in autosufficienza» il capo dello stato. Pericolo sventato, dopo le trattative in commissione affari costituzionali di Palazzo Madama in merito al disegno di legge di riforma di senato e titolo V: il quorum necessario per il Quirinale è stato innalzato per i primi otto scrutini. «Il risultato raggiunto è il minimo indispensabile», dice Miguel Gotor, senatore del Pd, componente della I commissione e tra i primi sostenitori dell`esigenza di un quorum più alto, «per garantire che il presidente della Repubblica, continui ad essere una figura di garanzia terza e non il capo dí una parte». La garanzia poteva anche essere più forte, rivela Gotor, «ripristinando il diritto a votare dei delegati regionali, come avevano proposto i due relatori Finocchiaro e Calderoli, ma Forza Italia non ha voluto». Da lunedì il ddl di riforma comincia il suo viaggio in aula, dove non sono esclusi nuovi rimaneggiamenti, «anche se credo saranno marginali».
Domanda. Certo, con la vecchia formulazione il Pd al prossimo giro avrebbe avuto gioco facile ad eleggere il presidente della Repubblica…
Risposta.
La tutela della figura di garanzia del capo dello stato è un valore imprescindibile. Basta fare due conti per capire che prima la norma non andava bene.
D. Li facciamo?
R.
Il collegio che elegge il capo dello stato con il nuovo senato si ridurrà di molto. Ad oggi è di 1007 componenti tra senatori, deputati e delegati regionali, con la riforma diventa di 730. Se ci sarà la legge elettorale con un premio di maggioranza forte del 15%, sarebbero bastati meno di un 1/3 dei senatori e 340 deputati per leggere il presidente della Repubblica in modo autosufficiente. L`Italicum, infatti, può assegnare al vincitore 340 deputati, grazie all`iniezione maggioritaria che lo caratterizza.
D. Cosa cambia con la modifica approvata in commissione?
R.
Finora gli scrutini per il Quirinale richiedevano i 2/3 dei consensi e dal quarto in poi bastava la maggioranza assoluta, ossia il 50% più uno dei voti dei grandi elettori. Con l`emendamento approvato si faranno quattro scrutini con i 2/3 e altri 4 con i 3/5. Soltanto dal nono scrutinio si passa alla maggioranza assoluta. E il minimo indispensabile per assicurare già in Costituzione che sulla scelta del capo dello stato si realizzino ampie convergenze.
D. Certo si tratta comunque di un plenum ridotto di elettori.
R.
In commissione c`è stato il tentativo dei due relatori, Finocchiaro e Calderoli, di ripristinare i 58 delegati regionali, ma Forza Italia non ha voluto.
D. Perché?
 R.
Temono che con un nuovo senato dove già sono rappresentate le regioni, dove Fi attualmente non è forte, il loro peso politico finisca per essere ulteriormente ridimensionato. Ma è un ragionamento che guarda all`immediato, non al lungo periodo e lo trovo miope.
D. C`è anche la proposta di far votare gli europarlamentari.
R.
Se ne riparlerà in aula, ma credo che ulteriori modifiche, dopo tutto il lavoro fatto in commissione, saranno mar- ginali. Non le nascondo però che ci spero e, in ogni caso, sul punto potrà intervenire anche la camera.
D. In commissione per farcela il Pd ha dovuto sostituire il dissidente Corradino Mineo.
R.
Nelle commissioni i senatori rappresentano la maggioranza del proprio gruppo. Se le differenze di visione sono decisive e si utilizzano come strumento di lotta politica, io credo che sarebbe più opportuno dimettersi per manifestare il proprio sacrosanto diritto al dissenso in aula, nello spirito dell`articolo 67 della Costituzione.
D. Insomma, Mineo doveva dimettersi.
R.
Lo avrei trovato opportuno. Fermo restando che in aula ogni parlamentare può votare liberamente.
D. Infatti in aula i grillini contano di riuscire a coalizzare un`opposizione trasversale, anche al Pd. Ci saranno sorprese?
R.
Guardi che 12, 14 voti in dissenso dal gruppo, per un gruppo come il nostro che ne conta 108, sono fisiologici. Io non credo che in aula ci saranno sconquassi e neppure me lo auguro, realizzare questa riforma è fondamentale.