MIGUEL Gotor (bersaniano, storico, docente universitario in aspettativa), Renzi è andato giu duro, in direzione, ma ha fatto anche aperture…
«Renzi è stato contraddittorio, soprattutto sull`analisi del voto regionale, eccessivamente ottimista. Invece, ci sono molti chiaroscuri di cui dovremmo essere più consapevoli. Credo che sia sbagliato dare responsabilità dell`esito, nelle sue parti negative, alla minoranza del Pd; ci sono stati elettori che ci hanno votato solo perché dentro il partito ci siamo ancora noi…».
Renzi ha aperto sulla scuola in modo ampio…
«Aspettiamo i fatti, ma ci sono alcune proposte di intervento dalle quali è difficile, per noi, prescindere».
Quali?
«La prima riguarda i finanziamenti alle paritarie. Bisogna provvedere a far sì che, nel solco della Costituzione, la legge riduca il più possibile il divario tra scuole deboli in territori sfavoriti e scuole forti in territori avvantaggiati. E sul «bonus school» bisogna prevedere un tetto del finaziamento ad una singola scuola e un fondo di riequilibrio per quelle che hanno meno «bonus». E poi eliminare le detrazioni per quelle scuole superiori che in troppi casi sono veri dipolomifici; perché dovrebbero anche godere di agevolazioni?».
Gotor, uno degli elementi di grande frizione nel Pd riguar da il potere dei presidi…
«Noi pensiamo che vada profilata meglio l`autonomia del preside. Per esempio, la valutazione non può essere affidata solo ad elementi interni alla scuola, per evitare conflitti d`interesse e favoritismi. L`autonomia non può diventare anarchia, ci deve essere un controllo non legato al «particulare» e al «localistico», ma deve coinvolgere anche soggetti esterni. Ad esempio, credo sia sbagliato che genitori e alunni siano coinvolti nella valutazione del «bonus» salariale degli insegnanti».
E sui precari?
«Dobbiamo fare tutto il possibile per loro, allargando la platea delle assunzioni alle graduatorie di merito, a partire dagli idonei al concorso 2012, ai Tfa, ai congelati Ssis, che sono iperqualificati… su tutto, comunque, auspichiamo un vero confronto nel merito. Inoltre, per evitare che si abbassi troppo il livello dell`insegnamento, riteniamo che i docenti di una materia affine non possano sostituire automaticamente i titolari di un determinato insegnamento».
Non l`hanno convinta le parole di Renzi in direzione, vero?
«Ho dichiarato, con una battuta, che le regionali non sono state una vittoria, sono state una `non sconfitta`: perdiamo Liguria e Veneto e vinciamo per un soffio in Umbria e in Campania. Ci sono degli elementi da valutare, a partire dall`astensionismo; non è solo rifiuto della politica, c`è anche una parte del nostro elettorato che si è fermata un giro. Così com`è oggi, il Pd rischia di non essere un argine ai populismi della destra e dei 5 stelle, ma di arargli il terreno, di tirargli la volata. Non possiamo fare, come è avvenuto per le elezioni in Emilia Romagna, dove ha votato solo il 37% dei nostri, che `vada tutto bene`, come invece ha sostenuto Renzi».
Che soluzione propone, Gotor?
«C`è il dovere, in questa fase, di unire il Pd, come è stato fatto con il metodo dell`elezione di Mattarella e di ascoltare il mondo della scuola. L`unità del Pd è una condizione necessaria. Se si continua a pensare in termini di `gufi` e `struzzi`, rischiamo di finire tutti uccellati dai nostri stessi avversari…».
«Renzi è stato contraddittorio, soprattutto sull`analisi del voto regionale, eccessivamente ottimista. Invece, ci sono molti chiaroscuri di cui dovremmo essere più consapevoli. Credo che sia sbagliato dare responsabilità dell`esito, nelle sue parti negative, alla minoranza del Pd; ci sono stati elettori che ci hanno votato solo perché dentro il partito ci siamo ancora noi…».
Renzi ha aperto sulla scuola in modo ampio…
«Aspettiamo i fatti, ma ci sono alcune proposte di intervento dalle quali è difficile, per noi, prescindere».
Quali?
«La prima riguarda i finanziamenti alle paritarie. Bisogna provvedere a far sì che, nel solco della Costituzione, la legge riduca il più possibile il divario tra scuole deboli in territori sfavoriti e scuole forti in territori avvantaggiati. E sul «bonus school» bisogna prevedere un tetto del finaziamento ad una singola scuola e un fondo di riequilibrio per quelle che hanno meno «bonus». E poi eliminare le detrazioni per quelle scuole superiori che in troppi casi sono veri dipolomifici; perché dovrebbero anche godere di agevolazioni?».
Gotor, uno degli elementi di grande frizione nel Pd riguar da il potere dei presidi…
«Noi pensiamo che vada profilata meglio l`autonomia del preside. Per esempio, la valutazione non può essere affidata solo ad elementi interni alla scuola, per evitare conflitti d`interesse e favoritismi. L`autonomia non può diventare anarchia, ci deve essere un controllo non legato al «particulare» e al «localistico», ma deve coinvolgere anche soggetti esterni. Ad esempio, credo sia sbagliato che genitori e alunni siano coinvolti nella valutazione del «bonus» salariale degli insegnanti».
E sui precari?
«Dobbiamo fare tutto il possibile per loro, allargando la platea delle assunzioni alle graduatorie di merito, a partire dagli idonei al concorso 2012, ai Tfa, ai congelati Ssis, che sono iperqualificati… su tutto, comunque, auspichiamo un vero confronto nel merito. Inoltre, per evitare che si abbassi troppo il livello dell`insegnamento, riteniamo che i docenti di una materia affine non possano sostituire automaticamente i titolari di un determinato insegnamento».
Non l`hanno convinta le parole di Renzi in direzione, vero?
«Ho dichiarato, con una battuta, che le regionali non sono state una vittoria, sono state una `non sconfitta`: perdiamo Liguria e Veneto e vinciamo per un soffio in Umbria e in Campania. Ci sono degli elementi da valutare, a partire dall`astensionismo; non è solo rifiuto della politica, c`è anche una parte del nostro elettorato che si è fermata un giro. Così com`è oggi, il Pd rischia di non essere un argine ai populismi della destra e dei 5 stelle, ma di arargli il terreno, di tirargli la volata. Non possiamo fare, come è avvenuto per le elezioni in Emilia Romagna, dove ha votato solo il 37% dei nostri, che `vada tutto bene`, come invece ha sostenuto Renzi».
Che soluzione propone, Gotor?
«C`è il dovere, in questa fase, di unire il Pd, come è stato fatto con il metodo dell`elezione di Mattarella e di ascoltare il mondo della scuola. L`unità del Pd è una condizione necessaria. Se si continua a pensare in termini di `gufi` e `struzzi`, rischiamo di finire tutti uccellati dai nostri stessi avversari…».