‘A mio giudizio il problema centrale della legge elettorale è il meccanismo individuato per selezionare i nuovi deputati. Un problema che mi impedirebbe di votare la riforma se non venisse modificato’. Lo afferma in aula il senatore del Pd Miguel Gotor, illustrando il suo emendamento che è stato firmato da oltre un terzo dei colleghi democratici e che si pone l’obiettivo di superare i cento capolista bloccati.

‘Il punto riguarda la presenza di cento capolista bloccati e la possibilità di assegnarne un massimo di dieci allo stesso candidato. Penso – continua – che la convergenza di questo doppio meccanismo, capolista bloccati e sistema di pluricandidature, rischia di produrre effetti negativi perché stiamo dando vita di nuovo a un sistema che non garantisce l’uguaglianza del voto ed espropria il cittadino del diritto di vedere concretizzata la propria effettiva scelta. Il nostro emendamento ha il valore di una ragionevole mediazione perché propone un 30 per cento di nominati bloccati e un 70 per cento di eletti con le preferenze. Personalmente, infatti, non sono contrario al principio che una serie di deputati siano scelti dal segretario: da un lato per garantire l’agibilità politica di quei dirigenti nazionali, costretti, a causa della loro attività a Roma, a interrompere il rapporto con il territorio di provenienza, dall’altro, per consentire a esponenti della società civile di arricchire con la loro esperienza e le loro competenze il Parlamento, senza partecipare a una lotta con le preferenze da cui rischierebbero di essere penalizzati. Il punto però – conclude Gotor – è la proporzione tra nominati ed eletti con preferenze che l’accordo raggiunto implica: ossia una quota oscillante tra il 55 e il 60 % del nuovo Parlamento che continuerebbe ad avere una maggioranza di parlamentari nominati che renderebbero questa legge un ‘porcellinum italicum”.