«Voterò No», conferma Miguel Gotor. Ma, assicura il senatore del Pd ed esponente della minoranza, non ci sarà alcuna scissione.
Senatore, la proposta di modifica dell` Italicum non basta per convincerla a votare Sì?
«Sono legato al principio di realtà e quella è una dichiarazione di intenti estremamente fumosa e ambigua. L`Italicum è la legge elettorale in vigore e lo sarà quando il 4 dicembre si andrà a votare. Il solo modo per essere certi che l`Italicum sarà abrogato, non per una sovrana concessione ma per la volontà del popolo italiano, è votare No al referendum».
Però, senatore, già quando la direzione del Pd affidò alla commissione il mandato di elaborare una proposta di modifica si sapeva che si sarebbe andati al voto con l` Italicum.
«I tempi sono un alibi che più passa il tempo e più si conferma tale. E da oltre un anno che abbiamo chiesto, peraltro non avendolo votato in Parlamento, di cambiare l`Italicum prima del referendum. E ricordo che quando Renzi ha voluto la legge elettorale non istituì una commissione dipartito, anzi fece sostituire in Commissione Affari costituzionali i parlamentari del Pd che la pensavano diversamente e impose la fiducia in Parlamento. Colgo una differenza oggettiva nei comportamenti e quindi non sto sereno».
Cuperlo, che rappresentava la minoranza del Pd, ha sottoscritto l`intesa e ha annunciato che voterà Sì. Cuperlo sbaglia?
«Quello di Cuperlo è un errore politico. Ma il problema, guardi, non è l` amletismo di Cuperlo e la sua decisione di firmare quel documento che, va detto, pur nella sua genericità potrà essere un contributo utile sia che vinca il Sì sia che vinca il No perchè comunque ci sarà da riscrivere la legge elettorale».
Se il problema non è Cuperlo, qual è?
«Il problema è l`Italia, è la qualità della democrazia italiana, il problema è respingere una riforma che abbinata all`Italicum è indigeribile».
Renzi, ieri alla Leopolda, ha detto che il referendum sarà un derby tra passato e futuro, tra nostalgia e speranza. Il 4 dicembre sarà una giornata campale?
«Aver trasformato il referendum in un giudizio universale tra ordine e caos, tra bene e male, è da irresponsabili perchè si espone il Paese al rischio di speculazioni finanziarie. Che lo faccia il presidente del consiglio è molto grave».
Si aspettava dalla Leopolda toni più dialoganti?
«Vedo un Renzi visibilmente nervoso che ha commesso l`errore imperdonabile di usare la Costituzione come grimaldello per
dividere il Pd, il campo del centrosinistra, il Paese. Sta giocando con la Costituzione come se fosse una partita a poker. Quel nervosismo mi fa apparire la Leopolda una sorta di bunker del Sì dove c`è tanta propaganda, tanta autoreferenzialità, ma non c`è l`Italia vera. E soprattutto c`è un premier e segretario del Pd che usa quel pulpito per seminare divisioni e discordia. Credo che il risultato di questa strategia siano un Pd e un centrosinistra piu deboli, non più forti. Non a caso il motto dell`Ulivo era “uniti per unire”, oggi quello del Pd è “divisiper dividere”».
La Leopolda ha urlato «fuori fuori» alla minoranza.
«Che il segretario di un partito non avverta l`esigenza di placare quel grido dei suoi supporter vecchi e nuovi, la dice lunga s ulle sue effettive capacità di direzione politica e intenzioni».
Una vittoria del Sì potrebbe prefigurare la scissione?
«In un caso o nell`altro, assolutamente no perchè è l`unità che fa la forza. Per quanto mi riguarda, anche se vincesse il No Renzi può e deve continuare a governare perchè la questione costituzionale e quella del governo sono distinte e averle sovrapposte è un altro grave errore commesso».
Renzi ha personalizzato, è vero, ma poi ha cambiato linea.
«Renzi ha applicato il meccanismo plebiscitario alla Costituzione. È uno sbaglio imperdonabile perchè la Costituzione è la Carta di tutti e l`Italia oggi avrebbe bisogno di coesione sociale e istituzionale. Sono convinto che la vittoria del No potrà garantire maggiore stabilità al quadro politico, economico e sociale».
La segreteria Renzi scade a dicembre 2017. Se dovesse vincere il No, chiederete di anticipare il congresso?
«Credo che sia sempre un bene rispettare le scadenze naturali e fisiologiche. Questa continua cultura emergenziale non fa bene all`Italia e tira lavolata al M5s».