“Il 29 giugno 2009 il treno merci 50325 Trecate-Gricignano deragliò nella stazione di Viareggio, la fuoriuscita di gas da una cisterna contenente GPL provocò un disastro ferroviario senza precedenti, il più grave mai accaduto in Italia, e una vera e propria strage tra ignari civili, morirono ben 32 persone, mentre i feriti sono stati e sono ancora sottoposti a cure mediche pesanti. A sette anni dalla strage il processo si è caratterizzato per una situazione di squilibrio tra diritti delle persone offese e diritti degli imputati.  La società Ferrovie dello Stato italiane, la principale tra le società coinvolte in giudizio, insieme a Rete Ferroviaria italiana (Rfi), Trenitalia, ha, infatti, mobilitato grandi risorse per difendere i dirigenti imputati e le sue imprese”. Lo denuncia la senatrice del PD Manuela Granaiola, eletta a Viareggio, in un’interrogazione rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, dove chiede:  chi stia pagando le ingentissime spese di difesa dei dirigenti delle Ferrovie dello Stato, società al 100% di proprietà dello Stato; nel caso in cui le spese di difesa di detti dirigenti fossero sostenute da Ferrovie dello Stato, se ritengano opportuno che un’azienda di proprietà dello Stato impegni risorse cospicue contro gli interessi delle persone offese e della collettività e a quanto ammontino fino ad oggi l’insieme delle spese legali e di organizzazione del processo, comprese quelle sostenute dal Comune di Lucca, sede del Processo”.

“Una chiarezza necessaria – sostiene Granaiola – dovuta a chi in questo processo non vede in gioco solo la credibilità dello Stato quale garante dei diritti di tutti i  cittadini ma soprattutto di chi, in quella strage, ha perso la vita delle persone più care”, conclude la senatrice PD.