Nessuno meglio di Maria Cecilia Guerra può dare un giudizio sulla legge delega che promette di cambiare le regole della reversibilità: da sottosegretario e viceministro nei governi Monti e Letta, fu lei a riformare l`Isee, l`indicatore di ricchezza sempre più usato per ottenere le prestazioni assistenziali.
Oggi per ottenere la pensione di reversibilità del coniuge defunto si valuta la situazione economica del singolo, la delega promette di utilizzare l`Isee, ovvero un formulario che impone di valutare l`intero
patrimonio della famiglia. Favorevole o contraria?

«Già oggi le pensioni di reversibilità sono condizionate ad una valutazione della situazione economica. Se il punto è sostituire alla dichiarazione dei redditi l`Isee come strumento di valutazione, io sono d`accordo: quello è il modo migliore di farlo. Non mi pare invece venga messo in discussione il legame fra l`ammontare dell`assegno e la carriera contributiva del defunto».
Le giro l`obiezione dei sindacati: il governo vuol fare altri risparmi dalla previdenza ma non ha il coraggio di dirlo.
«Se cambia lo strumento inevitabilmente cambieranno le soglie. Ma è chiaro che qualunque modifica dovrà essere equa. La delega è vaga, compito del Parlamento sarà definirla meglio».
Perché la delega è vaga?
«Ad oggi non dice nemmeno quali siano le prestazioni oggetto di razionalizzazione. Sarei contraria ad una riduzione degli assegni in sé, ma se alla fine i risparmi ci saranno, è importante che vengano utilizzati per la lotta alla povertà».
Andiamo sul concreto: se la riforma dovesse escludere dalla reversibilità persone che risultassero tutt`altro che povere, magari perché parte di una famiglia benestante, o perché proprietarie di immobili di cui la dichiarazione dei redditi non teneva conto, lei è d`accordo o no?
«Se parliamo di prestazioni future, e se quelle prestazioni dovessero essere negate a persone con patrimoni che le permettono di essere fuori dall`area del bisogno, io sono d`accordo».