“Bisogna ‘togliere il velo’ all’ipocrisia che viviamo dentro le nostre comode case quando ci preoccupiamo, inorridendo, della violenza che si perpetua in alcune parti del mondo verso bambine costrette e abusate, senza comprendere lo stretto nesso che c’è tra il nostro stile di vita e la povertà, che è praticamente sempre un fenomeno che accompagna il loro essere cedute, se non vendute, al miglior acquirente. Quasi sempre un uomo, maturo, violento, che le destina ad una vita senza alcuna speranza”. Così la senatrice Pd Josefa Idem, intervenendo nell’Aula del Senato sulle mozioni per iniziative di contrasto al fenomeno del matrimonio forzato.
“Il nostro Governo – continua la parlamentare dem – deve intervenire, in sede internazionale, non solo per il rispetto della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia ma anche per contrastare la povertà sociale e la mancanza di diritti e di scolarizzazione, che sono le vere cause di queste forme di schiavitù. Non si tratta solo di incultura o costume ma di ricercare soluzioni per permettere l’accesso a strutture scolastiche adeguate e capaci di dare pari opportunità reali alle bambine di tutto il pianeta. Bisogna impedire che queste bambine debbano lavorare già fin dalla prima infanzia, che siano considerate oggetti e non soggetti, fino al compimento di un matrimonio che è l’ultima violenza che si perpetuerà per anni senza permettere loro di vivere ma, se va bene, solo di sopravvivere senza diritti”.” “Le mamme-bambine, infatti, trasmetteranno la loro solitudine, il loro dolore senza soluzione di continuità: sta a noi interrompere questa catena intervenendo per contribuire a garantire diritti e giustizia alle bambine e ai bambini in ogni angolo del mondo”, conclude Idem.


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