“Per combattere il Covid è assolutamente necessario valorizzare il ruolo, le competenze, la prossimità e la relazione con i cittadini dei medici di base e dei pediatri di libera scelta. Senza questo, non solo non si potrà vincere velocemente contro la pandemia, ma non si coglierà l’occasione per rinnovare tutto il Sistema sanitario nazionale, soprattutto territoriale, e renderlo più forte. Credo che su questo tema vada aperta una seria riflessione e so che le opinioni sono diverse, ma ritengo che uno degli ostacoli al rafforzamento della medicina territoriale passi anche per la tipologia di lavoro convenzionale e non di dipendenza nella medicina generale e nella pediatria di base”. Lo scrive su Quotidianosanità.it la senatrice del Pd Paola Boldrini, vicepresidente della Commissione Sanità.
“Il sistema delle Cure primarie territoriali va rimodellato – prosegue Boldrini – prevedendo un’organizzazione dell’assistenza sempre più integrata, attraverso equipe multiprofessionali che realizzino la reale presa in carico della persona, fino a casa. Il medico di medicina generale ed il pediatra di libera scelta potrebbero operare all’interno di Unità di salute familiare, vere articolazioni organizzative e funzionali del Distretto, composte anche da infermieri, psicologi, assistenti sociali e con la collaborazione di operatori sociosanitari ed amministrativi, dipendenti dell’aziende sanitarie locali. Ai poli ospedalieri va lasciata in modo prevalente solo la gestione delle acuzie. In altri paesi europei ci sono esperienze da cui prendere spunto. È necessario anche rivedere la formazione dei medici di base e avere più borse di studio per loro e per i pediatri”.


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