“L’idea di escludere dalla frequenza scolastica i bambini non in regola con le vaccinazioni, idea che alcune regioni hanno già tradotto in legge e che ora si vorrebbe far divenire legge dello Stato, rischia di produrre una pericolosa frattura nella società italiana”. Lo afferma la senatrice Nerina Dirindin, capogruppo Pd in commissione Sanità.
“L’esperienza – sottolinea Dirindin – insegna che su questi temi occorrerebbe procedere con prudenza e chiarezza di obiettivi. La lenta ma progressiva riduzione dell’adesione da parte delle famiglie all’offerta vaccinale può effettivamente costituire, anche se solo per alcune patologie, un problema di sanità pubblica ma essa va affrontata cercandone in primo luogo le cause; imporre per legge comportamenti che, per quanto discutibili, sono una dolorosa spia della crescente sfiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella medicina rischia di essere controproducente. Per fortuna il documento delle Regioni sembra aver ben chiara la complessità del tema e non si limita a richiedere l’obbligatorietà per legge”.
“Più utile – sostiene Dirindin – sarebbe seguire, sin da subito, alcune raccomandazioni degli esperti del settore: offrire informazioni trasparenti e complete ai genitori, contrastare notizie infondate e fuorvianti, rendere chiare le conoscenze sulle reazioni avverse e sulle epidemie prevenibili con le vaccinazioni, ecc. Importante sarebbe inoltre approfondire, come ha fatto la regione Veneto nel 2011, le motivazioni che inducono i genitori a ritardare le vaccinazioni. Il delicato bilanciamento fra diritto alla salute e diritto all’istruzione, entrambi costituzionalmente garantiti, non può essere affrontato senza aver chiare le cause del problema e gli effetti di possibili interventi normativi”, conclude Dirindin.