«È una bella giornata. Siamo arrivati alla fine di un percorso accidentato. Non posso dirmi completamente soddisfatta, ma è comunque una bella giornata».
La senatrice Rosa Maria Di Giorgi è una cattolica del Pd, lei stessa si definisce una «Catto-Dem». Ma sul biotestamento è netta, anche nei confronti dei cattolici che invece hanno votato no: «E una buona legge».
Senatrice Di Giorgi, i promotori del comitato fiorentino #Fatepresto dicono che quando è arrivata la sua adesione hanno capito di avercela fatta. Voi cattolici del Pd siete stati l`ago della bilancia?
«Credo di sì. E non lo dico con leggerezza. Per noi cattolici la valutazione su questa legge è stata un tema molto sentito: abbiamo fatto molte riunioni, abbiamo percepito una disponibilità in questa fase storica di tanti amici cattolici che ci dicevano che forse era il caso ormai di condividere una legge che fosse equilibrata, che consentisse di mettere in primo piano la dignità nel passaggio tra la vita e la morte. C`è un punto in cui l`anima vuole andare, e volerla trattenere a tutti i costi con le tecnologie, contro la volontà del malato, mi sembra forse qualcosa di contronatura. Ho ritenuto che una legge mite potesse rispondere alle esigenze di tanti uomini e donne».
Sono parole molto simili a quelle scritte da Michele Gesualdi nella lettera a Grasso e Boldrini.
«Certo, mi ha colpito moltissimo la lettera di Gesualdi, le considerazioni di una persona amica che si trova in una condizione difficile e che ci chiede in modo struggente di fare qualcosa per alleviare le sue sofferenze».
Uno dei punti che l`ha spinta a dire sì è che questa legge non apre all`eutanasia?
«Voglio essere molto franca e chiedere onestà intellettuale a coloro che stanno dicendo delle falsità: qui non si parla di eutanasia, non si parla di suicidio assistito, si parla di eliminare l`accanimento terapeutico. Chi sta facendo considerazioni di questa natura lo fa sapendo di dire cose non vere».
Però c`è chi, come il cardinale Giuseppe Betori, non dice che questa legge riconosce il diritto all`eutanasia, ma teme che invece possa aprirle un varco. Non c`è questo rischio?
«Non credo che ci sia. E ho anche avuto modo di dirlo al cardinale, che ascolto sempre con grande attenzione. Concordo con lui che ci sono invece alcuni punti che sarebbe stato meglio modificare, come quelli legati al registro nazionale delle disposizioni di anticipate di trattamento. Voglio sgombrare il campo dai dubbi: nella legge di Bilancio che in Senato voteremo la vigilia di Natale abbiamo previsto l`introduzione del registro».
Non era possibile emendare il biotestamento?
«Noi cattolici del Pd abbiamo scelto di non emendare la legge, perché altrimenti avrebbe dovuto tornare alla Camera e non ci sarebbe stato il tempo per
approvarla entro fine legislatura. Avremmo voluto lavorarci, ma sono stati presentati 3.000 emendamenti. L`ostruzionismo becero ha fatto sì che non si
potesse aggiustare il testo».
C`è un punto che ha diviso voi cattolici: la ventilazione, l`alimentazione e l`idratazione forzata sono o no trattamenti medici?
«Non credo sia giusto continuare a ventilare o alimentare o idratare un malato che non lo voglia. Nella legge abbiamo equiparato questi trattamenti ai trattamenti sanitari, non sono soltanto un sostegno alla vita. Altrimenti qualsiasi farmaco lo sarebbe. In sostanza c`è un momento in cui si deve accettare che si possa e si debba morire: per coloro che lo vogliono abbiamo inserito un modo per eliminare tante sofferenze».
La legge sancisce il diritto di scegliere.
«Esatto. Non è un obbligo per nessuno compilare le Dat, quindi questa vicenda riguarderà coloro che ne vorranno fare uso. Se una persona non vuole compilare il biotestamento nessuno la obbliga a farlo. Io ad esempio voglio garantito l`accanimento terapeutico, l`ho già detto ai miei figli».


Ne Parlano