“L’epidemia riprende a correre.
Nessuno nel governo e nelle istituzioni sta sottovalutando ciò che accade e per questo sono state prese una serie di misure che, senza aggredire il sistema economico e produttivo, consentano di arginare e stabilizzare la crescita dei contagi.
In questi giorni ho ascoltato in religioso silenzio le richieste di chi, di fronte all’evolversi della situazione epidemiologica, torna a invocare la didattica a distanza per i ragazzi più grandi.
Ebbene, per me questa non è la soluzione. Ad oggi non sussistono ragioni per chiudere le scuole.
Primo perché le scuole sono sicure: dall’ultimo monitoraggio risulta che i contagiati tra gli studenti siano lo 0,080% del totale.
Secondo, purché moltissime scuole, nell’ambito della loro autonomia e basandosi sulle linee guida di ministero e Cts, stanno già sviluppando progetti di didattica digitale integrata dall’inizio dell’anno, che modula tempo a suola e tempo a casa e hanno già predisposto orari differenziati per lo svolgimento degli ingressi e delle uscite.
Le cose stanno andando così perché abbiamo lavorato molti mesi come governo affinché le lezioni potessero ripartire in presenza e, oggi, nel quadro drammatico che stiamo affrontando, l’istruzione è uno dei settori della vita pubblica che sta reggendo meglio.
Le regole funzionano e le scuole le stanno applicando all’interno di una progettualità innovativa e ai dirigenti, docenti, e a tutto il personale va il mio grazie di madre ancor prima che di rappresentante delle istituzioni, per la serietà con cui hanno sempre continuato a lavorare.
È chiaro che la scuola si inserisce in un sistema complesso che riguarda anche i trasporti e vita relazionale fuori dal perimetro scolastico. Ragioniamo allora su risposte complessive ma non diamo per scontato che sarà la scuola ad essere sacrificata.
Perché, guardate, la scuola forse non avrà un effetto determinante sul Pil di oggi ma lo ha su quello di domani. E tradirei quello in cui ho sempre creduto se dicessi il contrario: stare in classe fa bene alla crescita dei nostri ragazzi ora e quindi del nostro Paese per il futuro.
Per questo ritengo che oggi la scuola sia l’ultima infrastruttura del Paese che deve chiudere. Sono i numeri che lo dicono e non i sentimenti.
E al momento i numeri ci dicono che i protocolli messi in atto funzionano.
Possiamo anche potenziarli ma lavoriamo su altri fronti, lo dobbiamo ai nostri figli”. Così su Facebook la senatrice del Pd Simona Malpezzi, sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento.


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