«Stiamo attraversando un`emergenza: basta liti, serve invece coesione e collaborazione», ammonisce Andrea Marcucci, capogruppo Pd in Senato, riferendosi agli attacchi fuoribondi di De Luca contro l`esecutivo.
Da senatore toscano, come ha preso la notizia della zona rossa per la sua regione? Il governatore Giani non se l`aspettava ed è furibondo.
«Abbiamo scelto un modello, quello dei provvedimenti regionali, che sta iniziando a dare anche i primi risultati, chiaramente dobbiamo anche accettarne le conseguenze. Giani lamenta una carenza di informazioni nel tratto finale: non mi sento di dargli torto. Il Presidente della Regione Toscana vedeva i miglioramenti dei dati degli ultimi giorni, non si aspettava l`inserimento nelle regioni rosse. Un maggiore adattamento dei criteri nazionali ad indicatori più aggiornati, è sicuramente consigliabile. Comunque deve essere chiaro a tutti che non ci sono promozioni o retrocessioni, non è un campionato di calcio».
Per De Luca il governo deve andare a casa e serve un esecutivo di unità nazionale. E i ministri grillini sono incapaci.
«Sgombro subito il campo: in questa vicenda, non mi piacciono i toni alti e le polemiche. Stiamo attraversando una emergenza vera, la coesione è la nostra arma di difesa più importante, soprattutto quella tra Stato e Regioni. Credo e spero che Roma da una parte, il Presidente De Luca dall`altra, facciano un passo avanti per ristabilire un necessario clima di collaborazione fattiva. E comunque la sparata del ministro Di Maio era del tutto fuori luogo. Detto questo, dobbiamo ricordarci che tali misure, hanno anche l`obiettivo, di farci passare vacanze natalizie in un clima più sereno, e con regole meno rigide».
Possibile che un attacco così duro di De Luca non abbia spinto nessuno nel partito a prendere le difese dell`esecutivo?
«Lo faccio io ora, se ci sono stati errori e sottovalutazioni nelle ultime settimane, è arrivato comunque il momento di passare alla gestione di questi giorni. Una gestione, che per forza di cose, non può prevedere altre liti o dissensi così plateali».
Alla luce delle polemiche delle ultime ore, sembra che non ci sia stata, parlo in generale, una vera e proficua collaborazione tra governo e regioni per le misure anti Covid. «Ho notato un atteggiamento un po` ondivago di alcuni presidenti, che hanno dato a tratti l`idea di essere più interessati a recepire le indicazioni dei loro leader politici che non a governare i loro territori. L`ultimo Dpcm, con la regionalizzazione delle misure, è stato presentato prima in Parlamento ed è stato per due giorni all`esame della Conferenza Stato Regioni. Lo conoscevamo tutti, non è spuntato all`improvviso».
La seconda ondata era prevista: c`è qualcosa che questo governo non ha fatto?
«La seconda ondata così impetuosa ha colpito un po` tutta l`Europa nello stesso modo. Inoltre sì, noi combattiamo contro il moloch della burocrazia, che altrove è meno pesante. In questa situazione, io onestamente non capisco cosa si aspetti a ricorrere al Mes, per poter mettere finalmente mano al nostro sistema sanitario».
Qualche giorno fa ha chiesto che tutti i ministri devono essere all`altezza: cosa viene preso ancora sottogamba?
«Ho chiesto un`assunzione di responsabilità del presidente Conte, che coinvolga anche tutta la sua squadra. Io voglio fidarmi delle sue valutazioni. In questo momento tutti dobbiamo essere all`altezza, e dare al meglio il nostro contributo».
strong>Non crede che ora servirebbe a quest`esecutivo, aprire di più alle opposizioni che chiedono di dare un contributo?
«L`ho chiesto ripetutamente da mesi, ad un certo punto qualcuno ha pure giudicato la mia insistenza sul tema come un`esigenza personale. Oggi invece siamo ad un passo: io credo che si andrà verso una super capigruppo di Camera e Senato, come luogo formale di coinvolgimento e decisione».


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