Antonio Misiani, viceministro dell`Economia (Pd), la manovra è stata approvata «salvo intese». Cosa non quadra ancora?

«I nodi politici sono stati sciolti. Rimane solo il normale, complicato lavoro di stesura delle norme».

Ma la regola secondo cui non può licenziare chi può usare la cassa resta fino a dicembre o a gennaio?

«Chi userà la cassa Covid non potrà licenziare. Per il resto cercheremo di definire una soluzione equilibrata, che non sarà un liberi tutti. Bisognerà spingere di più sulle politiche attive del lavoro, a partire dall`assegno di ricollocazione».

E le cartelle fiscali? La proroga del blocco sarà l`ultima oppure no?

«Non c`è solo la proroga ma anche il differimento di 12 mesi del termine per avviare la notifica. Quindi si dà respiro anche per il 2021».

I 4 miliardi per le imprese saranno usati per una nuova edizione del contributo a fondo perduto?

«Quello strumento ha funzionato bene, la strada potrebbe essere quella. Lo decideremo nei prossimi giorni, anche valutando l`impatto di eventuali nuove misure restrittive».
La manovra è stata costruita nell`ipotesi di un Pil al più 6% nel 2021. Difficile, non crede?

«Il quadro è inevitabilmente incerto, valuteremo passo dopo passo. Abbiamo dato un fortissimo impulso agli investimenti pubblici e privati. E continueremo a sostenere le imprese in difficoltà per le quali, oltre ai 4 miliardi di aiuti, ne prevediamo anche cinque per la cassa integrazione».

E i quasi 4 miliardi per la Sanità? Vogliono dire che il Mes si allontana?

«Vogliono dire che il governo rafforza il servizio sanitario nazionale. Mes o non Mes. In ogni caso quello resta uno strumento potenzialmente utile».

La cosa più importante della manovra, secondo lei?

«Le misure per i giovani, per la Next generation Italia. L`assegno unico, gli incentivi per le assunzioni under 35, la scuola, il servizio civile con i fondi triplicati. A regime sono 7 miliardi di euro che renderanno l`Italia un Paese più attento alle sue nuove generazioni».


Ne Parlano