La parola d’ordine per affrontare le cronicità insieme con la pandemia, anche in futuro, è “integrazione” dei servizi, dei diversi tipi di assistenza, del Sistema sanitario nazionale e del territorio. Sono queste le conclusioni della ricerca osservazionale promossa e condotta dall’associazione FareRete – BeneComune, presentata oggi in una conferenza stampa al Senato, nell’ambito dei lavori dell’intergruppo parlamentare Cronicità, dalla senatrice del Pd Paola Boldrini, vicepresidente della Commissione Sanità e dal deputato Nicola Provenza (M5s) e dagli autori, la dottoressa Paola Pisanti e dal dottor Fosco Foglietta, con integrazione del Prof. Massi Benedetti.
La ricerca, un’indagine svolta su base interregionale, è una valutazione scientifica realista con studio di caso multiplo e un approccio Mixed Method (questionari e story telling) di 4 setting assistenziali (Rsa, assistenza domiciliare, ospedali, continuità assistenziale) in 10 Regioni.
L’obiettivo è stato quello di individuare le criticità e il disagio sofferto dalle persone più “fragili” ed in particolare dagli anziani in seguito a carenze e disfunzioni medico-cliniche, terapeutiche, socio-sanitarie ed organizzative dei servizi sanitari regionali prima, durante e dopo l’emergenza sanitaria, allo scopo di elaborare modelli di miglioramento da proporre alle istituzioni pubbliche e ai decisori politici.
Le Regioni selezionate sono: Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia. In pressoché tutte, la macro criticità rilevata è stato lo scollamento fra le varie componenti dei sistemi sanitari e sociosanitari e l’entropia organizzativa che ha lasciato gli operatori in un limbo autoreferenziale e i cittadini alla ricerca affannosa di una risposta. “E’ un lavoro prezioso che studieremo con attenzione – ha detto la senatrice Paola Boldrini – Contiene infatti indicazioni puntuali per migliorare la qualità dei servizi sanitari, mettendo al centro la persona. I fondi del Pnrr saranno in questo senso un’occasione, ma non sarà l’unico provvedimento utile per porre miglioramenti alle criticità rilevate”. Undici le proposte avanzate tra le soluzioni la cui realizzazione richiede lo sviluppo di processi di integrazione complessi, ma non impossibili, vettori di integrazione e servizi. Tra gli esempi di proposte originali: il micro nucleo di “care giver” alla persona, inteso come il gruppo famigliare di supporto al paziente cronico/fragile e le “medicine di gruppo” come primo filtro dei bisogni dei cittadini con l’integrazione anche dei servizi informativi di indagine, la digitalizzazione e l’integrazione tra i servizi sociali sanitari con quelli erogati dai comuni fino ad arrivare ad una cooperazione organica con le associazioni di volontariato per arrivare ad un welfare di comunità finalizzato ad un vero superamento del malessere cronico, che non è riferito solo alla salute ma anche alla situazione sociale.


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