Valeria Fedeli, senatrice del Partito democratico, giudica l`elezione a capogruppo di Simona Malpezzi come l`esempio del fatto che «i cambiamenti si forzano ma si governano» e ritiene l`alleanza con il Movimento 5 Stelle alle Amministrative «un tema aperto» a patto che il Pd sia «il perno di un campo largo di centrosinistra».

Senatrice Fedeli, l`elezione di Malpezzi a palazzo Madama segna l`inizio di un nuovo percorso?

Assolutamente si. Sono molto importanti sia la serietà e la chiarezza che Simona rappresenta ma anche il fatto che sia stata eletta all`unanimità. Questo punto non va affatto sottovalutato perché è il riconoscimento della sua capacità, della sua autorevolezza e della sua leadership. Ha fatto un discorso di insediamento particolarmente importante perché ha valorizzato il fatto di sentirsi una donna protagonista, citando parole di valore. Non sarà una presidente del gruppo neutra, ha dato valore alla scelta politica indicata dal capogruppo uscente e particolarmente sostenuta dall`insieme del gruppo al Senato.

Il suo nome è arrivato dopo giornate difficili, segnate dalla svolta impressa dal segretario Letta e mal digerita da alcuni. Come si è arrivati a un accordo?

Questa scelta è la dimostrazione che i cambiamenti si forzano, come magari ha fatto il segretario, ma si governano con l`obiettivo di creare condizioni migliori per il partito. Penso che le prime parole di Letta da segretario siano un segnale al Paese perché la priorità che lui ha dato alla parità di genere serve non solo a mettere ai vertici del Pd sia donne che uomini ma a guardare con un occhio diverso alle esigenze della società. Il nuovo segretario ci ha spinto a superare ostacoli che senza dubbio esistevano nel nostro partito.

Eppure l`ex capogruppo Marcucci ha cercato di resistere fino all`ultimo. Come giudica la sua indecisione?

Ho interpretato la scelta di Marcucci nel senso che forse doveva essere portato avanti un metodo alternativo. Il segretario poteva porre il tema dentro a un rapporto diverso con i capigruppo. Ambedue gli ex capigruppo sono persone di valore ma il punto è che non c`era in corso una crisi dei gruppi nei confronti dei loro vertici, ma si è voluta imprimere una scelta politica che puntava ad accelerare il processo di cambiamento.

Letta intanto ha incontrato Giuseppe Conte come prima tappa di un percorso comune. È giusto che il Pd intraprenda questa strada o dovrebbe guardare altrove?

Io guardo al punto undici del vademecum che Letta ha mandato ai circoli. In cui si dice che il primo obiettivo, fondamentale, del Pd, è quello di avere un partito che sia perno del rilancio e della ricostruzione del centrosinistra, quindi di un campo progressista. Attraverso questa priorità si guarda poi alle alleanze.

In primis quella con il Movimento 5 stelle, immagino.

Incontrare Conte credo sia stato l`approccio giusto per conseguire quell`obiettivo. Ma il punto centrale è il rilancio del Pd e del campo largo del centrosinistra. Questo campo aprirà a confronti e alleanze in base all`evoluzione del Movimento 5 stelle. Se, come sembra, il M5S consolida la sua autonoma scelta di stare nel campo alternativo al centrodestra, certamente può essere l`interlocutore giusto.

Su quali basa dovrà iniziare il confronto?

Occorre partire dal merito dei programmi e delle proposte, che diventano diri- menti anche per le Amministrative. Penso alla scelta del campo europeista, a come si considera centrale l`investimento su scuola, università e ricerca, a come si guarda alla qualificazione e all`intreccio tra crescita economica, sviluppo e politiche industriali. Sono tutti temi importanti, così come l`ambiente, la parità di genere e l`approccio scientifico al tema dei vaccini.

Beh, su questo il Movimento 5 stelle all`inizio aveva posizioni ben diverse dalle vostre.

Il Movimento delle origini era certamente molto diverso, e non a caso si era alleato conia Lega. Su Europa e vaccini avevano posizioni alternative alla nostra ma l`esperienza del Conte bis ha visto maturare una scelta obiettivamente diversa.

Come si può cambiare opinione su temi e principi così importanti in pochi mesi?

La mia opinione è che il Movimento 5 Stelle è vasto e complesso, con anime molto diverse che lentamente hanno trovato collocazione, maturità e definizione. Il loro è un percorso di maturazione e crescita nel quale hanno fatto delle scelte e hanno sperimentato e colto qual era l`essenza delle posizioni che volevano assumere. E le forze con cui si sono alleati, tra cui il Pd, li hanno chiaramente influenzati.

Correrete insieme al Movimento alle Amministrative?

È un tema aperto. Penso sia importante rispettare le identità di entrambi i
partiti e l`incontro tra Letta e Conte ha aperto un confronto legato a una possibile evoluzione positiva a partire dalle Amministrative. Su questo sono importanti l`approccio e i precedenti incontri che Letta ha fatto da subito, anche con esponenti delle altre forze politiche. Penso che la spinta che il segretario sta imprimendo da un punto di vista della qualità progettuale e della proposta politica possa facilitare alleanze vincenti nelle città.

Come giudica queste prime mosse del nuovo segretario?

Apprezzo molto che la nuova segreteria voglia costruire il partito nei territori, attraverso la discussione con i circoli. Il radicamento del partito è un punto politico importante. Non dobbiamo mai staccare la funzione di chi sta nel partito con quella di chi viene eletto. Ci deve essere un raccordo, non possiamo essere un partito di soli eletti. Dobbiamo costruire un rapporto diverso con gli
elettori attraverso l`ascolto. Solo così avremo consenso. L`attenzione a donne e giovani è un altro punto importante e mi auguro che presto Letta scelga di incontrare la rappresentanza delle associazioni delle donne, che in questo ultimo anno hanno determinato un nuovo protagonismo femminile nella società italiana.


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