“La riprova viene dal successo dei minibond collocati dalle imprese italiane e salutati nel 2018 da un interesse rilevante anche degli investitori esteri. Va assolutamente interpretato come un segnale oltremodo significativo, una scossa perché in questo Paese si torni a parlare di politiche industriali, di strumenti per il sostegno al dimensionamento, al posizionamento, all’internazionalizzazione, all’innovazione e alla formazione.
Tutto quello su cui avevamo iniziato a lavorare anche grazie a Impresa 4.0 e che ora è totalmente cancellato da un’azione di governo completamente autoreferenziale e, dal punto di vista economico, pericolosamente autarchica”.
Così la Senatrice Teresa Bellanova, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive del Senato.
“Che il 2018 abbia registrato un record nell’emissione di minibond e che il 63% sia stato acquisito da investitori internazionali come riportato da autorevoli organi di informazione non sorprende coloro che”, prosegue la Senatrice Teresa Bellanova, “a differenza di altri e di certo del Ministro Di Maio il cui compito sembra si esaurisca agli annunci, conoscono il mondo delle imprese italiane, e quello delle pmi in particolare. Questa grande ricchezza e forza del nostro Paese che significa qualità, determinazione, coraggio, fare e saper fare. Lavorare anche quando intorno a te sembra che a nessuno importi del tuo lavoro. Lavorare e investire. Questo mondo oggi non ha interlocutori decenti, non ha competenze istituzionali con cui confrontarsi e misurarsi e rischia di dover fare tutto da solo, orfano di un sistema-paese affaccendato in ben altre, risibili, faccende. Il punto non è sostenere la domanda interna con misure assistenziali e di cortissimo respiro, dico ad esimi improvvisati economisti della Lega e dei 5Stelle, ma potenziare quell’ecosistema virtuoso dove la buona occupazione è garantita solo dalle buone aziende.
Industria 4.0 ha consentito alle imprese di rinnovare macchinari, rafforzare l’automazione e la connessione dei sistemi tra loro, ha modificato i business model delle aziende e rafforzato la presenza dell’innovazione come driver di cambiamento. I competence center, che noi abbiamo voluto e che questo Governo ignora, stanno garantendo l’innervazione del sistema a livello territoriale.
Su questo bisognerebbe scommettere, su come estendere 4.0 all’intero sistema produttivo, su come implementare il Piano e potenziare la formazione del personale dipendente nel settore delle tecnologie. E questo mentre la locomotiva tedesca attraversa un momento di grandi difficoltà e non a caso in Germania si corre ai ripari con un Piano di politiche industriali da qui fino al 2030.
La smettano di litigare sui propri tornaconti personali e pensino al Paese. Il tempo sta per scadere”.


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