L’attuazione dell’Aia è un’occasione per l’intera sistema produttivo italiano
‘Il decreto sull’Ilva di Taranto che il Senato ha approvato è innanzitutto un atto dovuto e non rinviabile che testimonia, dopo il legittimo intervento della magistratura, il coraggio di questo governo nell’affrontare una problematica complessa e difficile, caratterizzata da decenni di errori, assenze e dimenticanze e sfociata nella drammatica contrapposizione tra necessità d’impresa e tutela dei diritti alla salute e all’ambiente’. Lo dice il senatore Massimo Caleo, capogruppo del Pd, che è intervenuto in dichiarazione di voto nell’aula del Senato. ‘La vicenda dell’Iva – dice Caleo – palesa le contraddizioni e il fallimento sia di un sistema produttivo che per decenni ha anteposto la produzione e il lavoro alla tutela ambientale e sanitaria, e l’incapacità degli amministratori delle aziende e della classe politica di fornire per tempo risposte adeguate. L’Ilva di Taranto è la più grande acciaieria d’Europa e produce il 75% del Pil della provincia. Oltre ad essere consapevoli del fatto che i costi di dismissione di un sito inquinato ricadono interamente sullo Stato, non possiamo essere così miopi da decidere di privare l’Italia e la città di Taranto di una realtà produttiva così importante. E’ una questione strategica: dismettere l’Ilva significa abbandonare l’industria siderurgica nazionale, con le conseguenti gravi ripercussioni sugli altri settori produttivi in Italia, primo fra tutti quello della meccanica. Questo provvedimento, scaturito dalla necessità di risolvere una situazione di emergenza, può e deve rivelarsi un’opportunità per l’intero complesso produttivo italiano, per coniugare sostenibilità ambientale e innovazione. L’attuazione dell’Aia dovrà essere portata a termine nei tempi indicati e senza modifiche meno rigorose e stringenti, sia in riferimento alla legislazione nazionale che alla legislazione europea. In questo modo potrà generare valore aggiunto, know-how da esportare, e garantire la tutela ambientale e sanitaria. Il Commissario Bondi deve essere consapevole di avere un ruolo che va ben al di là della ristrutturazione di un’azienda: dovrà saper ascoltare e condividere le sue scelte, in primis con Regione e Comune, per contribuire a ricucire il tessuto sociale della città. Per quanto riguarda, invece, l’eliminazione della figura del Garante, riteniamo che la scelta di Edo Ronchi come sub commissario, con un ruolo esplicitamente rivolto all’ambientalizzazione, costituisca in sé una garanzia. Avremmo voluto apportare alcune modifiche migliorative, ma ha prevalso la responsabilità e l’assoluta necessità di evitare il rischio di decadenza del decreto’.

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