‘Che cosa farà Telefonica?’, se lo chiede oggi sul suo blog Massimo Mucchetti, senatore Pd e presidente della commissione Industria di Palazzo Madama. ‘Quando Cesar Alierta – continua Mucchetti – convinse i suoi soci italiani a mandare a casa Franco Bernabé promettendo loro di liberarli dal fallimentare investimento in Telco, la holding che esercitava il controllo di fatto su Telecom Italia, l’allora premier Enrico Letta si preoccupò di non disturbare il manovratore spagnolo con provvedimenti, come la riforma dell’Opa obbligatoria, che avrebbero fatto bene al mercato finanziario in generale e a Telecom Italia, non a Telco, in particolare’. Per il presidente della commissione Industria: ‘Ora si sta scoprendo quanto chi ne capiva sospettava già allora: il vero interesse di Alierta è l’America Latina, perciò puntava ad aumentare la sua influenza su Telecom Italia allo scopo di rincollare Telecom Argentina e Tim Brasil in mani amiche e aumentare così la presa di Telefonica su quei mercati dove è già ora il primo operatore’. Quanto a Telecom Italia, ‘si sarebbe visto con comodo e, nel frattempo, nessuna mossa sula rete. Ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Telecom Argentina va al sodale messicano Martinez non appena Bernabé esce di scena. Ma resta l’Authority di Buenos Aires che deve dare via libera, e il via libera non viene ancora. E poi Martinez deve vendere la partecipazione nella tv del “Clarin” perché così vuole la legge e per fare cassa con cui pagare Telecom Italia. E chi gliela compra?’, si domanda Mucchetti. ‘Il gruppo spagnolo Prisa che è pieno di debiti e sta vendendo la sua tv a Telefonica in Spagna. La quale gliela paga tantissimo, abbastanza anche per onorare gli impegni con Telecom su Telecom Argentina. Mi domando seil governo italiano stia seguendo la cosa o se stia seguendo l’antico laissez faire lasciando tutte le responsabilità sulle spalle dell’Autorità sudamericana. In particolare, mi chiedo se il contratto con Martinez preveda delle scadenze per il pagamento della cifra pattuita oltre le quali, in mancanza del versamento, decadrebbe la compravendita’. Così conclude il senatore dem.

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