Massimo Mucchetti è l`anima critica del Pd in Senato nonché il Presidente della Commissione Industria: «Questo disegno di legge è poco ambizioso, offre occasioni di investimento al capitale finanziario piuttosto che aggredire le ultime posizioni monopolistiche, dai porti alle autostrade, dalle concessioni idroelettriche alle reti infrastrutturali».
Non è colpa delle lobby che l`hanno indebolito?
«Questi temi il disegno di legge non li ha mai toccati. Camera e Senato sono stati bersaglio di pressioni lobbistiche allo stesso modo del governo, ma bisogna intendersi: c`è la lobby delle assicurazioni e quella degli avvocati, quella dei carrozzieri e quella di alcuni gruppi di parlamentari.La politica dovrebbe saper scegliere e fatica a farlo».
Lei chiede di intervenire su autostrade e concessioni, ma la sensazione è che in Italia manchi la concorrenza in settori ben più decisivi
«Da avvocati e notai può venire un contributo al Pil ben inferiore al rilancio dei grandi investimenti. Non capisco comunque come il capitale finanziario possa abbassare i costi dei servizi legali posto che dovrebbe essere remunerato in aggiunta ai professionisti. Nel mondo industrializzato i grandi studi sono partnership in grado di autofinanziarsi. Vedo piuttosto l`opportunità offerta a banche e assicurazioni di scorporare gli uffici e di costruir- si strutture su misura cariche di conflitti di interesse».
L`apertura alle società di capitali significa maggiori economie di scala, dunque prezzi più bassi. Non è un passo avanti?
«Non necessariamente. I farmaci di fascia C continueranno a essere venduti solo nelle parafarmacie, mentre si consentirà alla Alliance Boots di collezionare piccoli monopoli. La concorrenza è un`altra cosa».
Talvolta la concorrenza si chiede di negarla: è il caso della richiesta degli albergatori di mettere fuorilegge Airbnb. O no?
«Per fare concorrenza bisogna anche pagare le tasse: da tempo propongo un`imposta forfettaria sui ricavi del 26 per cento, a chi lavora in Italia ma non dichiara la stabile organizzazione, e in linea con la Gran Bretagna».
Lei è contrario al superamento del servizio di «maggior tutela» el mercato elettrico. Perché?
«Il disegno di legge cristallizza la posizione monopolistica dell`Enel che ha il 74 per cento di
quei clienti. Molto meglio mettere a gara questa funzione che ha assicurato forniture a prezzi inferiori a quelle del cosiddetto mercato libero».


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