I nuovi poteri dati al commissario del gigante siderurgico di Taranto consentiranno di risanare l’ambiente ed eventualmente di restituire in futuro alla famiglia-azionista un’azienda in regola, dice il senatore Pd
Massimo Mucchetti, giornalista finanziario prestato alla politica (Pd) e ora presidente della commissione Industria del Senato, è particolarmente soddisfatto della conversione in legge del decreto sulla Terra dei fuochi che ha messo nelle mani di Enrico Bondi, commissario dell`Uva, nuovi e straordinari poteri. «Queste norme», spiega Mucchetti, «consentiranno ai commissari straordinari, chiamati dal governo a gestire società che hanno causato gravi emergenze ambientali, di ricapitalizzare le società stesse, che spesso in questi casi si trovano in debito d`ossigeno».
Domanda. Stiamo parlando dell`Uva?
Risposta.
Anche dell` Ilva, che ha un patrimonio industriale di prim`ordine e ha la possibilità di fare molto bene ma è in carenza di liquidità proprio nel momento in cui deve fare investimenti importanti, nell`ordine dei 2 miliardi.
D. E il decreto ora permette a Bondi di farseli dare dai Riva.
R.
Le nuove norme permettono al commissario di chiamare uno o più aumenti di capitale, eventualmente anche escludendo il diritto di prelazione degli azionisti, ma è evidente che è interesse di tutti coinvolgerli. Nel caso fossero i soci a non voler partecipare, il commissario può rivolgersi a soggetti terzi.
D. Difficile che ci sia la fila per entrare nel capitale di un`azienda commissariata.
R
. Infatti la nuova legge prevede una terza possibilità: per realizzare il risanamento ambientale il commissario può utilizzare i fondi sequestrati alla società o agli azionisti anche se la misura cautelare è stata presa nel corso di procedimenti penali diversi. Rispetto alla normativa sulle aziende in crisi è un bel passo in avanti.
D. In che senso?
R.
La legge Prodi e la legge Marzano erano state pensate per intervenire in aziende che avessero problemi d`insolvenza; insomma, il commissario straordinario viene nominato per affrontare una situazione pre-fallimentare. Mancava nel diritto societario la possibilità d`intervenire in una situazione come quella dell `Hva, dove una società d`interesse nazionale, sostanzialmente sana, rischia di saltare perché deve affrontare investimenti importanti per bonificare l`ambiente, mentre gli azionisti sono sotto inchiesta e i loro capitali sequestrati. Ora le regole per far uscire un`impresa del genere dal tunnel ci sono. C`è stato bisogno di aggiustare alcuni meccanismi giuridici, ma il risultato è soddisfacente. Prima sono stati dati al commissario i poteri per interrompere i rapporti tra le società commissariate e altre entità che fanno riferimento all` azionista inadempiente, ora gli è stata data anche la possibilità di trovare i soldi necessari per completare l`opera, così da poter fare fino in fondo il suo lavoro e magari, alla fine, riconsegnare all`azionista stesso un`azienda rimessa in regola con le risorse dell`azienda medesima o dei suoi soci e senza oneri per lo Stato.
D. Che cosa farà ora Bondi?
R.
Deciderà lui. Il piano industriale vale 2 miliardi e mi risulta che i giudici di Milano abbiano sequestrato ai Riva circa 2 miliardi per illeciti fiscali. Se servono, Bondi può usarli.
D. C`è chi accusa lei e gli altri autori di questa legge di giacobinismo.
R.
Premesso che non mi risulta che il giacobinismo sia un reato penale, tra l`accusa di essere giacobino e l`altra di aver avvelenato l`ambiente trovo più grave quest`ultima. Seriamente: la politica ha il dovere di stabilire una gerarchia dei problemi. Prima si risolvono quelli più gravi, poi si pensa agli altri. D. Che cosa intende dire? R. Che chi ha soluzioni migliori le tiri fuori. Qui c`era un problema: evitare la chiusura dell`Uva e risanare l`ambiente. A Taranto si muore di malattia e si rischiava anche di morire per mancanza di lavoro. Questa legge permette di evitare entrambi i pericoli. E di farlo ora.
D. C`è il rischio di legalizzare un sostanziale esproprio di fondi o azioni a soci che, peraltro, per ora sono solo indagati?
R.
Non entro nella vicenda giudiziaria, se quei fondi sono stati o no sottratti illecitamente al fisco. Di certo però non sono stati usati per le bonifiche ambientali, che erano un dovere giuridico e morale. Se li avessero spesi per tale scopo, non saremo qui a parlare dei poteri del commissario, in sella ci sarebbero ancora i Riva e saremmo tutti contenti.
D. Ma un aumento di capitale sottoscritto da altri potrebbe scippare ai Riva l`azienda, non crede?
R.
Penso che le sorti di un`impresa le debba decidere il mercato, ma qui il problema è un altro: chi paga il risanamento? Se non lo fanno i privati, deve farlo lo Stato, ma allora è giusto che si prenda l`azienda. Non si può chiedere ai contribuenti di farsi sempre carico di tutto, anche delle inadempienze delle imprese.
D. Sì ma, ripeto, i Riva non sono stati ancora condannati.
R.
In Italia i processi durano anni, mentre gli investimenti bisogna farli ora, altrimenti l`azienda salta e l`aria di Taranto resta avvelenata. Nel migliore dei mondi possibili avremmo aspettato la sentenza definitiva, qui non ce lo possiamo permettere. Se alla fine i Riva saranno assolti, Bondi restituirà loro un`azienda risanata e con gli investimenti ambientali fatti. Senza i poteri che gli abbiamo dato avrebbe rischiato, in ogni caso, di riconsegnare solo macerie.

Ne Parlano