“Interveniamo sulla pregiudiziale di costituzionalità sul cosiddetto decreto-legge casa, dichiarando da subito il voto a favore del Gruppo del Partito Democratico, perché questo testo, uscito dalla Camera totalmente stravolto rispetto a quello iniziale del Governo, porta con sé alcuni punti di contraddizione molto profondi, non solo con la normativa – il Testo unico per l’edilizia in primis – ma con tutta una serie di aspetti che pongono davvero una questione di costituzionalità fondata”. Così il senatore del Pd Nicola Irto, responsabile d’Aula del Gruppo Pd, nel suo intervento in Aula a Palazzo Madama.
“Sono state annesse sette sanatorie -sottolinea il parlamentare – contenute nel testo della Camera, che vanno a regolarizzare difformità dalle variazioni essenziali, tolleranze costruttive ed esecutive, anche legate ai requisiti igienico-sanitari. Tra l’altro, si consente di avere un’agibilità facile per tutti. Vi è poi un punto centrale: si apportano modifiche tutt’altro che marginali alla materia organicamente disciplinata dal Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia – mi riferisco alla legge n. 380 del 2001 – mediante l’introduzione di alcune misure a regime, applicabili senza limitazioni temporali e dunque sprovviste del carattere di eccezionalità e straordinarietà che consentirebbe di giustificare un intervento normativo sorretto dai presupposti richiesti dall’articolo 77 della Costituzione”.
“E’ un decreto-legge che contiene un “liberi tutti” inaccettabile, anche in considerazione del punto forse più complesso: se da un lato questo Governo ha voluto forzare l’autonomia differenziata, in qualche misura ha voluto spaccare il Paese, come noi abbiamo più volte detto, dando la possibilità alle Regioni di intervenire su materie nuove; allo stesso tempo, su una materia per la quale l’attività legislativa delle Regioni è già concorrente, si presenta il decreto al nostro esame passando sulla testa dei Comuni e delle Regioni stesse”, conclude Irto.