Si tratta di un intervento molto rilevante che ha come obiettivo il rilancio e lo sviluppo del settore cinematografico e audiovisivo in attuazione di principi consolidati anche a livello internazionale ed europeo a salvaguardia dei valori e delle identità culturali nella società globale e tecnologica. Le opere audiovisive, e in particolare quelle cinematografiche, sono considerate dall’Unione Europea strategiche in quanto rispecchiano la varietà culturale delle diverse tradizioni e storie degli Stati membri dell’UE. Per questa ragione, pur avendo una notevole incidenza sul mercato, gli interventi previsti dal disegno di legge non si configurano come aiuti di Stato, vietati dalle norme sulla concorrenza, ma rientrano tra le “eccezioni culturali” previste dal Trattato, naturalmente nell’ambito di ben delineati limiti.  Il disegno di legge richiama quindi le norme costituzionali europee e internazionali che definiscono il cinema e l’audiovisivo “fondamentali mezzi di espressione artistica di formazione culturale e di comunicazione sociale”.

Il nostro obiettivo in Parlamento è stato quello di restituire agli investimenti pubblici sul cinema una valenza culturale e sociale che miri alla valorizzazione del cinema di qualità e alla formazione del pubblico, a partire dai giovani nelle scuole. Una finalità irrinunciabile che ben può coniugarsi, tuttavia, con le esigenze delle imprese del cinema in una logica di complessivo sviluppo del settore. Si tratta, e non è certo semplice, di contemperare la logica economica che, rispondendo a criteri  di sostenibilità del mercato, di fatto tende a produrre omogeneizzazione di contenuti e prodotti con quella più strettamente culturale e sociale, che mira invece a differenziazione e originalità.

Nel complesso questo provvedimento punta alla razionalizzazione e alla semplificazione degli interventi di promozione e sostegno per il cinema tracciando un quadro unitario e stabile degli incentivi. Per assicurare una puntuale  e sistematica valutazione sull’efficacia degli interventi si istituisce un nuovo organismo, il Consiglio Superiore del Cinema e dell’audiovisivo, composto da esperti di qualificata esperienza e diversa provenienza, che assicuri un dialogo stabile con gli operatori del settore e i diversi livelli di Governo e con il compito di effettuare un verifica sugli effetti degli interventi, allo scopo di indirizzare le politiche del Ministero in sede di elaborazione dei decreti. Tali attività di monitoraggio e valutazione saranno alla base della prevista Relazione annuale del Ministro al Parlamento.

 

Ecco i punti principali del provvedimento:

PIENA ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE E DEI TRATTATI UNIONE EUROPEA E UNESCO – il DDL “riconosce, promuove e sostiene il cinema e l’audiovisivo quali fondamentali mezzi di espressione artistica, di formazione culturale e di comunicazione sociale”;

RADDOPPIO DELLE RISORSE – si istituisce il Fondo per lo Sviluppo degli Investimenti nel Cinema e nell’Audiovisivo con dotazione di 400 milioni di euro annui (a fronte degli attuali circa 200 milioni allocati su diversi fondi);

CONTRIBUTI SELETTIVI A PROGETTO – previsione di una quota di contributi garantita a partire dal 15% fino al 18% del fondo, pari a circa 70 milioni di euro, per contributi a progetti diretti prioritariamente ai giovani, alle opere prime e seconde, ai film d’essai, ai contenuti di qualità;

CONTRIBUTI AUTOMATICI SU OPERE REALIZZATE – previsione di nuovi parametri per l’accesso a contributi riconosciuti per opere già realizzate e condizionati al reinvestimento nel settore che tengano conto anche della qualità, della partecipazione a festival internazionali,  dei premi conseguiti e non soltanto degli incassi al botteghino come nella legislazione vigente;

6 TAX-CREDIT  CON DIVERSE PERCENTUALI DAL 15% AL 40%  –  1) credito di imposta per le imprese di produzione, 2) credito di imposta per le imprese di distribuzione, 3) credito di imposta per le imprese dell’esercizio cinematografico, per le industrie tecniche e di post produzione, per adeguamento strutturale e tecnologico, 4) credito di imposta per la promozione di opere italiane ed europee nelle sale, 5) credito di imposta per l’attrazione in Italia di investimenti (produzione esecutiva e post-produzione di film stranieri), 6) credito di imposta per imprese non appartenenti al settore del cinema  e dell’audiovisivo che investono per la produzione e distribuzione di opere cinematografiche e audiovisive (c.d. tax credit esterno);

ULTERIORI STRUMENTI DI SOSTEGNO AL CREDITO – si introduce la possibilità per le imprese che non riescono ad utilizzare il credito di imposta ad esse spettante di poter cedere le somme, con le procedure di legge, oltre che a intermediari bancari ed assicurativi, anche all’Istituto per il Credito Sportivo che, sulla base di un’apposita convenzione con il MIBACT, si impegna a destinare le somme corrispondenti all’importo dei crediti ceduti al finanziamento di progetti e iniziative nel settore della cultura, con particolare riguardo al cinema e all’audiovisivo. Si tratta di un’opportunità del tutto nuova che, tenuto conto del volume complessivo dei crediti di imposta, potrebbe generare significative ulteriori risorse da investire per il sostegno del settore;

FONDO DI GARANZIA – si prevede l’istituzione di un Fondo di garanzia con dotazione di 5 milioni di euro l’anno, configurato come sezione speciale del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, per garantire operazioni di finanziamento per la realizzazione di prodotti audiovisivi e cinematografici;

PIANO STRAORDINARIO SALE –  sono stanziati 120 milioni di euro di contributi a fondo perduto per cinque anni per favorire la diffusione omogenea delle sale sul territorio nazionale con particolari agevolazioni per i centri storici e per i Comuni con meno di 15.000 abitanti. I contributi sono destinati a soggetti pubblici e privati per la ristrutturazione di sale dismesse, per l’apertura di nuove sale o per l’adeguamento strutturale e tecnologico di sale esistenti;

PIANO STRAORDINARIO DIGITALIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CINEMATOGRAFICO E AUDIOVISIVO – sono stanziati 10 milioni di euro per tre anni a fondo perduto o per finanziamenti agevolati, per interventi di digitalizzazione delle opere audiovisive e cinematografiche da parte di imprese italiane;

SCUOLA E ALTA FORMAZIONE – il DDL riserva non meno di 12 milioni di euro l’anno, ossia il 3% dell’intero fondo, per l’educazione all’immagine, la formazione degli insegnanti e l’istituzione o lo sviluppo di corsi  orientati alle professioni e ai mestieri del cinema all’interno delle Scuole di alta formazione artistica e musicale in raccordo con il MIUR;

RICONOSCIMENTO DELLE FILM COMMISSION REGIONALI – il DDL per la prima volta definisce e riconosce con legge dello Stato le Film Commission regionali come strumento essenziale di supporto alle imprese del cinema e dell’audiovisivo a livello regionale;

TRASPARENZA DEI FINANZIAMENTI – si istituisce il Registro Cinematografico che raccoglie tra l’altro, tutte le informazioni relative all’assegnazione di contributi pubblici statali, regionali e dell’Unione europea dandone pubblicità sulla rete Internet.