“Nei mesi scorsi il Pd aveva chiesto un intervento del governo per rimediare a un errore interpretativo che rischiava di penalizzare le persone più fragili. La circolare dell’INPS che, in seguito a due sentenze della Cassazione, includeva l’assenza di redditi da lavoro tra i requisiti per l’erogazione dell’assegno per gli invalidi parziali che lavorano, infatti, poteva avere conseguenze sociali drammatiche. Si tratta di persone con disabilità dal 74% al 99% che guadagnano meno di 4.931euro annui e che finora svolgevano qualche piccola mansione e che sarebbero state costrette a rinunciarvi se avessero voluto percepire l’assegno mensile. Una interpretazione che disattendeva tutto l’impegno verso l’inclusione delle persone con disabilità, soprattutto, quelle che versano in condizioni di povertà. Molto bene, dunque, l’approvazione dell’emendamento alla delega fiscale a firma Misiani che prevede la possibilità di cumulare l’assegno di invalidità con un reddito da lavoro fino a 4931,29 euro”. Lo dice la senatrice Vanna Iori, capogruppo nella commissione Sanità. “L’emendamento – prosegue Iori – specifica che il requisito di inattività lavorativa è soddisfatto ‘qualora l’invalido parziale svolga attività il cui reddito risulti inferiore al limite di cui all’articolo 14 septies del dl 663 del 1979’. Alla condizione di disabilità di queste persone che è severa se ha una certificazione di inabilità, non poteva aggiungersi anche la condizione di grave povertà”.


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