Istituire su tutto il territorio nazionale scuole “polo” per il sostegno e lo sviluppo dell’intera comunità educante locale, che possano godere dell’apporto continuo dell’educatore, dello psicologo e del pedagogista e così potenziare le reti tra la scuola e le altre agenzie educative presenti sul territorio. Sono questi gli obiettivi del disegno di legge a prima firma della senatrice Vanna Iori (Pd), docente universitaria di scienze della formazione, che è stato presentato oggi in una conferenza stampa nella Sala Nassirya del Senato con la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi, la presidente del gruppo Misto Loredana De Petris (Leu), il senatore Andrea Cangini (Fi), il vicepresidente della Commissione Istruzione Francesco Verducci (Pd), Massimiliano Fiorucci, Presidente della Società italiana di Pedagogia, Silvana Calaprice, presidente del Coordinamento dei Corsi di laurea per Educatore, David Lazzari, presidente nazionale dell’Ordine Psicologi.
“Siamo in un grande processo di trasformazione – ha spiegato Vanna Iori – in cui la scuola deve sempre più sapere, sapere insegnare e sapersi relazionare con i bambini e con i ragazzi. Il Covid ha messo in evidenza un forte disagio educativo che non si risolve con la scuola del ‘portone’, chiusa al mondo circostante, ma aprendo al territorio questa primaria agenzia educativa. Occorre costruire una comunità territoriale educante, con docenti e famiglie, che faccia rete con i servizi offerti dalle associazioni, dal terzo settore e dal volontariato. Per capirci: dall’oratorio, alla palestra alla scuola di danza. Per questo servono educatori, pedagogisti e psicologi che nelle scuole ‘polo’ facciano coordinamento, insieme con dirigenti scolastici, docenti e genitori, con le realtà locali”. “Esistono già reti di eccellenza di questo tipo in alcune realtà territoriali – ha detto Simona Malpezzi – ma le buone pratiche vanno estese a tutta Italia. I bisogni educativi dei bambini e dei giovani devono tornare al centro del sistema scolastico e della comunità. Ora con il Pnrr abbiamo anche le risorse per farlo”. Francesco Verducci ha messo l’accento sulla scuola italiana quale esempio di “scuola inclusiva, che deve tornare a essere tale. I dati dell’abbandono sono drammatici e sono uno dei motivi per cui abbiamo troppo pochi laureati e ricercatori. Dobbiamo superare l’insostenibile disparità di partenza che grava su alcune fasce sociali. È un tema forte anche alla luce del Pnrr, ne va del rilancio del Paese. L’auspicio è che si tenga conto di questi temi già con la prossima legge di bilancio”.


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